sabato 12 gennaio 2013
Triestini
Miri butta là quel nome, Toni Bruna, aggiungendo "è un cantante... triestino" e io clicco, distrattamente. Il pc mi restituisce un'immagine lattea sulla quale si allungano e si aggrovigliano rami d'albero che sembrano disegnati con la china. Sotto due parole: triestin e english. Scoppio a ridere; solo un triestino può raggiungere tali limiti di arroganza e... d'innocenza. Il ragazzo ci sta comunicando ciò che per lui è normale, assolutamente normale: l'accesso al luogo virtuale che lo rappresenta è consentito ricorrendo alla sua lingua, el triestin o, in alternativa, a quella lingua universale che è l'inglese. Tra le due lingue, a fare da trait d'union l'italiano, per quegli sprovveduti (italiani e non) che ignorassero lingue e dialetti di primaria importanza.
Alzo la testa dal pc: il paesaggio che vedo gocciola umidità e tristezza. Le colline affondano nella nebbia, le strade sono vuote: passa soltanto qualche macchina. Ogni tanto. E' sabato: spiccano sulle facciate delle case riquadri dorati. Sono le cucine dove le donne "tirano" la pasta? E' probabile.
Una fitta di nostalgia mi percorre per quella terrazza affacciata sul mare dove, ogni mattina, con una tazza di caffè tra le mani, potevo vedere sorgere il giorno e... ritrovare il mare.
Alzo la testa dal pc: il paesaggio che vedo gocciola umidità e tristezza. Le colline affondano nella nebbia, le strade sono vuote: passa soltanto qualche macchina. Ogni tanto. E' sabato: spiccano sulle facciate delle case riquadri dorati. Sono le cucine dove le donne "tirano" la pasta? E' probabile.
Una fitta di nostalgia mi percorre per quella terrazza affacciata sul mare dove, ogni mattina, con una tazza di caffè tra le mani, potevo vedere sorgere il giorno e... ritrovare il mare.
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