Era una giornata d'inverno: l'aria fredda ma tersa, come spesso è l'aria a febbraio.
Il treno correva portandola chissà dove…
Dal finestrino l'assaliva, compatto, il bianco della neve.
Aveva una gran voglia di calpestarla quella neve, di sporcarla,
di toglierle quell'aria di «Stira e
ammira».
Fu in quel momento che la vide: fulva, il muso appuntito a fiutare l'aria, una lepre si era materializzata sbucando da un cespuglio. Un
minuto e via, a tutta velocità, tagliando il campo in diagonale, la coda
innalzata come il pennacchio di un carabiniere a una parata.
Dove andava? Cosa cercava?
Forse, come lei, andava e basta. Guidata dall'istinto cosa
cercava? Solo cibo? O godeva anche di quel silenzio di cristallo, di quella
corsa sfrenata?