" Quando cominciò a fumare capì il valore di quella favilla perpetua davanti agli occhi e di quel fumo azzurrino che solleticava gli occhi e la gola, consentendo di versare una lacrima senza piangere, di aspirare profondamente l'aria e di espirarla senza che questo si chiami sospiro. Da allora, per anni, quel fuoco gli brillò davanti agli occhi o gli si consumò tra le dita. Quel fumo, sempre uguale e sempre diverso, distoglieva il suo pensiero da ciò che temeva e nei momenti eccezionalmente felici lo conduceva nell'incoscienza completa e nell'oblio; lo nutriva come il pane e lo consolava come un compagno...insieme con il fumo invisibile, poteva spingere via il fardello della sua anima inquieta. "
Io non fumo, ma per chi fosse tormentato dall'altrui, ripetuta, domanda:" Perchè fumi?" quale risposta migliore di quella del mio amato Ivo Andric?
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