La libertà sembra dovuta, come l'aria... eppure se ci pensiamo non ci viene consegnata su un piatto d'argento, ce la conquistiamo, come individui e come popolo, con il sudore e, spesso, il sangue. Consentendo la scelta, non è disgiunta dalla responsabilità della quale è gemella siamese. Per questo ai bambini la concediamo a gocce, a spizzico, consci che una botta di libertà può ubriacare più di una bottiglia di grappa bevuta a collo. La libertà individuale la strappiamo ai genitori con la foga, la forza, l'irruente presunzione dei vent'anni, ma è fondamentale averla introiettata, assimilata, averne fatto carne della propria carne e sangue del proprio sangue, per potere scegliere esprimendo desideri. Altrimenti si vivrà ingabbiati nei bisogni, dovendo, non volendo e quindi subendo. La libertà fa piazza pulita dei bisogni spalancando l'orizzonte sconfinato di desideri. Una donna libera sceglierà sulla base delle affinità il proprio compagno, non sposerà mai un uomo per "salvarlo" o "salvarsi", ma per condividere con lui esperienze e tempo.
Una donna libera non amerà mai "troppo", non avrà "bisogno" di un uomo...
"La libertà è una gran balla se non te la mettono subito in spalla", diceva nonna Angela che, in quel paesino sperduto dell'Istria dov'era nata, aveva dovuto conquistarla a carissimo prezzo. Il cammino che ci rende individualmente liberi è arduo, difficile, è una scalata verso cime inviolabili che sfidano il cielo. Una volta conquistata, per chi ha la fortuna di arrivare alla vetta, va difesa ogni giorno, ogni ora. Perché, più del denaro, ingolosisce e qualcuno, anche chi amiamo di più come il nostro uomo o i nostri figli, cercherà sempre di sottrarcela. Un figlio bambino ci strapperà un libro dalle mani, quando leggiamo, la cornetta del telefono, quando parliamo con un'amica o la penna vedendoci assorte su un foglio. Sono tanti e agguerriti i nemici della libertà: il senso di colpa, il perfezionismo, la paura, le abitudini, l'attaccamento agli oggetti, l'avidità. Un popolo di individui liberi è libero?
Non è così lineare e mi sentirei di rispondere negativamente.
A mie figlie bambine raccomandavo sempre di perseguire due obiettivi, per essere libere: cultura e sicurezza economica. Scuola e lavoro."Fotti il potere, studia", ho letto sul muro di una casa a a Milano ... L'ignoranza ci consegna, acriticamente, nelle mani di chi sa, e la dipendenza economica, ad esempio dal marito, crea una disparità di potere foriera di dipendenze ben più pesanti come quella relazionale. Ma a questo punto la conquista della libertà individuale entra in rotta di collisione con le libertà collettive di un popolo e il discorso si fa duro. Difficile. Gli uomini "liberi" nel Ventennio fascista vennero uccisi, imprigionati o costretti a fuggire all'estero. Quale sia la situazione nel nostro Paese in questo momento è sotto gli occhi di tutti: la scuola regge ancora per l'impegno individuale di tanti insegnanti che nonostante i tagli, gli stipendi da fame, le difficoltà di una professione che si fa sempre più ardua, continuano a reggere la baracca. Sul mondo del lavoro è sufficiente leggere gli ultimi dati sulla disoccupazione per precipitare nell'orrore.
La nostra giovane e inesperta democrazia, conquistata con un bagno di sangue soltanto da qualche decennio, va difesa e tutelata ogni giorno, senza mai abbassare la guardia, ognuno con i mezzi che possiede: perché è all'ombra delle libertà collettive di un popolo che può svilupparsi e formarsi la libertà degli individui.
Nessun commento:
Posta un commento