Se ti capita di sentire l'ultimo grido della civetta quando la notte è ancora buia, imbastire una storia su quel grido e avventurarti come un equilibrista impavido che si regga solo sul fiato delle parole
non avere paura
Se davanti all'urlo della folla tu, timida e riservata, hai messo in piazza la tua anima rossa di vergogna come il drappo di un torero
non vergognarti
Se ti capita di vedere un volto sul metrò, una faccia tra cento, maschera che troppe rughe incidono come viottoli resi polverosi dalla calura estiva, e non è carnevale, non più o non ancora
non stupirti
Se ti capita di indossare un'altra vita rubandola con destrezza, come un cappello per sbaglio in un ristorante, annusandone il sangue e il sudore, mentre ti aggiri e scruti e nulla ti sfugge
non sentirti una ladra
Se ti capita di prevedere il futuro perché di una storia hai azzeccato il finale, e allo storpio hai dato la più bella, come se in una notte d'agosto tu avessi potuto scegliere tra tutte una stella
non è per magia
Se ti capita di scrivere di notte, quando gli altri dormono e i sogni si arrendono ai desideri svelando gli incubi nascosti nelle pieghe dell'anima
non farti curare
La diversità non è malattia, né paura, né follia, tanto meno magia
è solo tanta, forse troppa?, fantasia.
Che bella!un abbraccio.s
RispondiElimina