venerdì 1 gennaio 2010

E' venerdì

Sollevò gli occhi dal libro e incrociò il suo sguardo. La stava osservando, pensoso. Lei gli sorrise: uno stiramento di labbra più che un sorriso, nello sguardo le passò come un frullo d'ali la paura. Lui si alzò e passandole accanto andò in cucina.
Lo sentì armeggiare: il tonfo lieve della porta della credenza, il ronzio dell'accensione elettrica del gas. La casa era assolutamente silenziosa, dalla finestra filtrava tremula la luce del giorno svelando un cielo che prometteva neve. Passò lenta frenando all'incrocio un'automobile, mentre il profumo del caffè si spandeva per casa. Primo gennaio duemiladieci. Venerdì o sabato?
Lo sentì alle spalle, poi al suo fianco: due cucchiani di zucchero... Il tè puoi anche non zuccherarlo, il caffè è buono dolce.
Le passò la tazzina.
"E' venerdì" le sussurrò.
Riprese in mano il libro, aperto sulla pagina da leggere.
Abbandonò tra le mani dell'anno vecchio la malattia, la fatica, l'impotenza e, equipaggiata solo dalla curiosità di scoprire il mondo, affrontò l'anno nuovo, appesa a quel sorriso, a quel profumo di caffè e a quel silenzio che non aveva bisogno di domande per darle le giuste risposte.

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