E così lei, algida donna del Nord, aveva conosciuto la passione; quella che fa stirare le labbra ai benpensanti, facendo scuotere loro la testa e mormorare "Ma cosa troverà in quella?... ". La vita aveva ripreso a scorrere nelle sue vene intorpidite. Aveva ricominciato a sorridere. A ridere.
Una luce, insistente, la seguiva nonostante i suoi tentativi di seminarla, di ignorarla strizzando le palpebre.Cosa volevano ancora da lei? - pensò mentre qualcuno accanto a lei borbottava qualcosa. Doveva muoversi, farsi bella, scendere a controllare che mancasse nel garage comune la macchina della moglie del musicista... Aveva comperato un regalo per lui, per il loro primo anniversario. Lui le aveva infilato un biglietto nella cassetta della posta, invitandola a cena fuori... Via libera: la macchina non c'era! L'abito corto le spumeggiava intorno alle gambe snelle che i sandaletti dal tacco alto rendevano ancora più lunghe.
Eccolo! Accostò la macchina allungandosi ad aprire la portiera dalla sua parte. Lei salì; il cielo sopra la sua testa era pieno di stelle mentre la macchina ingoiava la strada aumentando la velocità. Perché correva in quel modo? Non fece in tempo a chiederglielo: luci intermittenti, rossastre, oscurarono il bagliore delle stelle mentre accanto a lei qualcuno gridava, si lamentava... Poi il suono acuto, lacerante, di una sirena le trapassò il cranio, mentre il dolore la squassava, la ingoiava, l'attanagliava. Ingordo la fagocitava.
Aprì gli occhi. Anche il camice del medico profumava di Stira e Ammira.
Suo figlio aveva gli occhi gonfi: la barba, non rasata da giorni, gli conferiva un'aria stanca da uomo adulto.
Tentò di parlare, ma aveva le labbra secche e spaccate. Sua madre le fece cenno di tacere.
"E' mancato un soffio... " le sussurrò il compagno e il marito fece un cenno d'assenso.
La domanda che affiorava nei suoi occhi esigeva una risposta. Il marito le sussurrò: "E' morto!".
Lei chiuse gli occhi, raggiunta. Riacciuffata, si arrese alla vita.
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