La sala d'attesa del medico sa di nebbia, di sofferenza e... di vecchio. Ce n'è sempre qualcuno, stanco di vita, che con occhi rassegnati attende il proprio turno.
Entrano due uomini; età: tra i quaranta e i cinquant'anni.
Si siedono.
"Chi è l'ultimo?" chiede uno di loro.
"Io" risponde una voce, aggiungendo "mi serve soltanto una ricetta... Devo aspettare, fare la fila?"
Spera (la donna che ha appena parlato) che qualcuno le proponga di entrare subito; sbuffa e controlla l'orologio borbottando: "Devo tornare al lavoro... "
"Ah. il lavoro... " mormora qualcuno.
Cala il silenzio.
"Almeno lei ce l'ha; non si lamenti... "
Voce maschile con forte accento meridionale,
"Mio figlio è andato all'estero, qui lo pagavano una miseria e... rischiava pure il posto" dice la donna seduta alla mia destra.
"Tutti che si lamentano... " commenta uno dei due appena entrati, dando la stura a una rabbia repressa che aspettava una parola qualsiasi per esplodere.
Non è passato un secondo: parlano tutti, o quasi. Ognuno dice la sua. Soldi? Sempre meno.Tasse? Solo tasse e... ruberie. Dalle ruberie ai politici il passaggio è immediato. E siamo alla politica...
"Sono tutti eguali: rubano tutti, però lui...".
Il silenzio cala di botto, interrotto da una stizzita voce maschile.
"E chi se ne frega del bunga, bunga... Perché quell'altro non andava con i travestiti? E poi a prostitute ci vanno tutti, solo non si fanno vedere... "
Su questo argomento le donne presenti tacciono.
"E' uno che di economia ne sa, si capisce da come parla... anche se io non riesco sempre a seguirlo".
Dove ha detto che lavora la signora che ha appena espresso il suo parere? A scuola? Mio Dio, fa che non insegni! - penso.
"E poi 'capisce' gli arabi. E capire gli arabi... " , pausa ad effetto, "non è da tutti! Bisogna essere intelligenti!"
Questa considerazione è maschile.
"Si sa come sono gli arabi", conclude, e sembra soddisfatto del suo intervento.
"Già, lui non era amico di Gheddafi?" chiede un altro.
"Be' , amico... ci faceva affari".
"Speriamo che rimetta a posto le cose... lui" conclude qualcuno.
E' arrivato il mio turno. Mi alzo.
"Non ha detto nulla?" osserva l'ultimo che ha parlato piantandomi gli occhi addosso.
"Sono stanca" rispondo e, traballando, attraverso la sala d'attesa, seguita dai soliti sguardi di compatimento.
"E non è a causa delle mie gambe... " preciso, prima di chiudermi la porta alle spalle.
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