Faccio una premessa: sarebbe stata preferibile
la scelta del silenzio rispetto a quella della protesta, ma io non sono
capace di subire, adattarmi, cercare un “amico”che mi dia una mano nell’ambito
di una qualsivoglia ”appartenenza “…
Riassumo brevemente:
tredici anni fa mi è stata diagnosticata la malattia di Parkinson all’Ospedale
Besta di Milano e la mia vita di professoressa sessantenne in pensione è
diventata un inferno. Il morbo, anche se
elevato di categoria a malattia, già di per se stesso è feroce: malattia
progressiva, degenerativa ti distrugge
il corpo, avvelena l’anima e, coadiuvata
da una terapia con effetti collaterali pesantissimi, ti offusca il cervello. Ma questo è solo l’inizio … “Venghino, venghino signori … Si entra nel
Paese delle Meraviglie”.
Cosa significa essere una “parkinsoniana” a Salsomaggiore Terme - nel
cuore della ricca terra d’Emilia, non di uno sperduto paesino calabro o siculo –
nell’anno di grazia 2016?
Beh, direte voi che mi state leggendo, sei fortunata! Abbandonata in tutta fretta la grande città
(Milano), troppo rumorosa e caotica per le
tue gambe malandate, le liste d’attesa interminabili, i “Centri Parkinson”
intasati di pazienti, i medici professionali, ma freddi, ora risiedi in una città a vocazione termale, con
attrezzature pensate per il recupero “dolce” (complementare non alternativo) dai
danni provocati dal terribile morbo/mostro. Sei tanto fortunata da vivere
addirittura a due passi da un Centro riabilitativo che può utilizzare anche una
piscina termale e una folta schiera di fisioterapisti.
Faccio una precisazione: l’approccio farmacologico, pur
indispensabile, porta, dopo alcuni anni a battagliare con la terapia quasi più
che con la malattia. Classico esempio di rimedio peggiore del male – avrebbe detto
mia nonna. Importantissima diventa allora tutta quella azione di contorno
necessaria a dare un po’di conforto al malato d Parkinson:
dieta appropriata, aiuto psicologico, integratori
e fisioterapia. In primis la fisioterapia. Ma
qual è il costo? 12 euro a seduta. Poi, come residente ho diritto a due cicli all’anno di dieci
sedute ciascuno a carico del Servizio sanitario nazionale. E’ necessaria soltanto
la richiesta da parte del neurologo o
del fisiatra. Nel mio caso – le disgrazie
non vengono mai da sole – mi sono state diagnosticate anche due dolorosissime
ernie discali che non impediscono il ricorso alla fisioterapia ma richiedono
una alta professionalità da parte di chi
mi prenda in carico.
La mia malattia è molto peggiorata nel corso dell’ultimo
anno: il nuovo farmaco appena uscito sul mercato, lo Xadago, ha addirittura
aggravato , nel mio caso, la malattia. (Era prevista tale possibilità nel
foglietto illustrativo in un caso su dieci!). Mi chiedo, però, e mi sembra un
dubbio legittimo, quale sia il senso di dare l’OK a un farmaco con queste
caratteristiche. Come tra moglie e
marito, tra l’interesse delle Case farmaceutiche e quello dei pazienti non mettere
il dito … Le mie sempre maggiori difficoltà , in termini di autonomia, mi hanno
indotta a chiedere delucidazioni sulle terapie di recupero, nel caso specifico del
Parkinson al personale del Centro di recupero. Risposte vaghe, infastidite … Mi
è stato addirittura detto: “Ma con quello che paga … “.
Allora cosa voglio? Provate a immaginarlo.
Vorrei umanità, professionalità, regole chiare, controlli ... Richieste folli in un Paese come il nostro ...
Nessun commento:
Posta un commento