martedì 20 maggio 2008

Scrivere

Io scrivo.
Perchè perdere tempo travasando pensieri dal cervello al foglio? Perché non lasciarli dove sono, tranquilli, cheti ?
Ho cominciato a scrivere fin da piccolissima, subito dopo aver imparato a leggere, con le parole che, finalmente, non occorreva più compitassi esitante, ma bastava sbirciassi per identificarne il significato di primo acchito, quasi si trattasse di un ideogramma.
Prima le parole più semplici, dove lo stesso suono si ripeteva e, a volte, si rafforzava, ed ecco che pa-pa diventava pap-pa: amore e cibo in un sol colpo.
Poi nan-na e mam-ma: amore e riposo solo socchiudendo le labbra.
Quindi vennero le filastrocche, le letterine ai nonni, ai genitori e le dediche sugli album dei ricordi alle compagne di classe.
Seguì la lunga, interminabile stagione dei diari. E allora fiumi di parole per descrivere le inquietudini adolescenziali, la vita di famiglia: un minuzioso diario di bordo che, con pignoleria, recava traccia dell’orario dei risvegli, delle spese fatte, delle telefonate ricevute..
Una lunga stagione di apprendistato per descrivere anche sensazioni e sentimenti, anche se solipsisticamente personali. Ma una mattina, o una sera, forse d’inverno, forse d’estate, quando le giornate sono interminabilmente chiare, con cieli striati d’ali nere di rondini in volo, nel diario s’infilò un fatto, un’azione, un commento di fantasia: era l’inizio della fola, del racconto.
L'invenzione!
La passione della scrittura.
La tua storia che genera altre storie.

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