Ci sono nipoti che hanno un numero incredibile e soprattutto variabile di nonni. La vita si è allungata, le coppie si sfasciano e si ricompongono. Si creano questi agglomerati che vengono chiamati famiglie allargate.
Il convivente della madre del suo attuale compagno, per per il figlio dil lei
che cos'è?
Per la legge nessuno, ma si sa che la legge interviene a regolamentare gli umani accadimenti con memorabile ritardo, dando valore normativo alle cosiddette "usanze"...
E allora? E allora niente, è un nonno di serie B, al quale ci si potrebbe affezionare anche più che a un nonno di serie A.
Nulla vieta. Eh no, nulla vieterebbe se non subentrassero i limiti dell'umana natura: il senso del posssesso, l'esclusività degli affetti, le insopprimibili antipatie, le differenze. Eh già! le differenze incidono, infastidiscono, rendo difficili i rapporti qualora non intervenga il rispetto dell'altro da sè e quindi della sua diversità.
I rapporti tra suocera e nuora sono stati quasi sempre difficili e, spesso, soltanto la nascita dei nipoti faceva accettare la nuora alla suocera e viceversa. Entrambe madri, si riconoscevano nella fatica, nelle paure e nelle soddisfazioni del ruolo comune che, almeno per i primi tempi, relegava nell'angolo, il marito figlio. Ma ora, avendo a disposizione più nuore e più suocere si potrebbe scegliere? Ma ogni scelta presuppone un'esclusione, e ogni esclusione una lacerazione più o meno profonda, con quale effetto domino in queste situazioni, non è difficle immaginarlo.
Le rivalità, sempre esistite, nelle famiglie allargate esplodono a raggiera, con alleanze che si insturano e si modificano, si rinnovano o crollano. Sì, perchè, in queste contorte situazioni, ci sono i grandi esclusi: qualcuno degli appartenenti al gruppo, spesso, non frequenta e non frequenterà mai qualcun'altro. La moglie tradita, per esempio, il marito fedifrago.
Qual è la modalità di gestione dei rapporti in queste famiglie?
E' una modalità in divenire, perchè la frequenza di queste situazioni è molto aumentata soltanto recentemente. A me, inoltre, stanno insegnando molto i miei nipoti.
Queste due belle creature, infatti, costituiscono il nocciolo duro intorno al quale si coagulano gli affetti. Osservo che accettano tutti, senza pregiudiziali di sorta all'ingresso, e non è poco. Poi, ovviamente, si affezionano soltanto a qualcuno nei confronti del quale scattano affinità.
E poi occorre ironia: gira e rigira è come nella moda, non si inventa più nulla, si ridà spazio a vecchi modelli rivisitati. Due considerazioni: un etnologo non ravviserebbe in questi gruppi una forma moderna di tribù? E poi: sarebbe il caso di valutare con tanta spocchia il concetto di moglie multipla di altre culture? In fondo ogni cultura trova soluzioni diverse a una problematica di fondo comune, perlomeno all'interno della coppia: la fedeltà è una convenzione, supportata da innegabili necessità, ma pur sempre una convenzione. Nella nostra cultura, dove l'infedeltà non è reato ma peccato, le mogli multiple si succedono in ordine di tempo, non convivono. E poi ci sono le eccezioni: mogli di fatto e di diritto che convivono, ma fingendo di non sapere nulla una dell'altra, al riparo di un perbenismo borghese basato su dolorose e spesso inutili finzioni?
Il mondo cambia?
Non tanto quanto potrebbe sembrare...Soprattutto nella terra dei gattopardi.
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