Quando aveva partecipato al corso, per affrontare la sua missione sulle Terra, Kappa, diventato Ka per gli amici, aveva diligentemente incamerato tutte le nozioni attinenti all'argomento delle emozioni e aveva messo quella nota, appuntata lì come un segnale di pericolo.
Innamoramento, passione e, ossessione. Ossessione? Cos'era? Cercò il significato della parola: era una passione patologica, una malattia dell'anima? Meglio affidarsi, per capire, al cervello umano, meno capiente, ma più versatile di quello uranoide. Nel suo pianeta era il computer che decideva le unioni, non quell'attrazione tra i due sessi che poteva sfociare in patologia. Gli umani chiamati ebrei ritenevano che per ogni uomo ci fosse al mondo la donna "giusta" per lui, la sua "bash'ert", ma erano piuttosto fumosi sul modo di identificarla, Kaballà permettendo. Perché quando non capivano gli umani inventavano, con quei loro cervelli, per metà razionali e per metà sentimentali, sfiorando la verità scientifica, poichè senza l'immaginazione, da cui scaturiscono i sogni, non si può scoprire nulla. Un umano un giorno gli aveva detto "Se un uomo non avesse sognato di volare, oggi non ci sarebbero gli aeroplani..."
Comunque, lui a Dorina riusciva a resistere solo se, come una macchina che andasse a benzina e a gas, attivava il cervello uranoide e disattivava quello umano. C'era inoltre in lei qualcosa che lo insospettiva. Faceva troppe domande, voleva sapere troppe cose di lui, della sua infanzia e della sua famiglia.
Un giorno gli aveva detto: "Da dove vieni? Dalla Luna?" e quando lui aveva risposto " Da Urano", aspettandosi una risata, perché aveva capito che per gli umani nulla era meno credibile della verità, lei l'aveva guardato fisso senza rispondere, un'ombra nello sguardo che significava sospetto, dubbio.
Quando se n'era andata, aveva scartabellato tra i suoi appunti. Era una caratteristica umanoide che apparteneva soprattutto alle femmine: si chiamava intuito. Un squarcio di luce fugace che consentiva la comprensione di un problema complesso senza averne analizzato i passaggi e le connessioni logiche e consequenziali.
Dorina non sapeva chi fosse, ma sapeva, senza poterlo provare, che c'era in lui qualcosa di diverso e inquietante. (continua)
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