Sigismondo, provato da tutto ciò che aveva dovuto affrontare nel corso della giornata, giaceva, sconvolto, sul sedile imbottito della carrozza che si dirigeva verso casa. Sul riquadro del finestrino, che si andava tingendo del colore della notte, il vento bussava in raffiche che andavano aumentando d'intensità, facendo da sottofondo sonoro, cupo e drammatico, ai pensieri che attraversavano la sua mente. Restava ancora una decisione da prendere e riguardava Maria e la figlia. E se la moglie fosse stata costretta a fare ciò che aveva fatto, se avesse subito? In fondo anche lui aveva tentato di possederla con la violenza e l'inganno, considerandolo quasi un suo diritto, però ricordava anche con quanta energia e coraggio si fosse difesa. E se, con molta astuzia, avesse deciso di mentire? Le domande senza risposta si affastellavano nella sua mente, facendolo piombare in un imbarazzo confuso e inconcludente ma, per la prima volta, Sigismondo si chiedeva chi fosse quella donna che aveva sposato, perché la bellezza di Maria era tale da far passare in secondo piano tutto il resto. Era una piccola miserabile astuta, che lo aveva raggirato, o una ragazzina ingenua, manovrata dalla madre, e finita tra le mani di due uomini senza scrupoli com'erano lui e il Moro? Pur interessata agli abiti lussuosi e conscia di quel suo aspetto fisico che induceva gli uomini a mangiarsela con gli occhi e le donne a ignorarla, invidiose, trattandola con evidente fastidio e distacco, era una ragazza pratica che si era presa cura della casa, e, quasi subito, anche del magazzino, accorgendosi, abituata com'era a trattare con uomini e denaro nella locanda del padre, immediatamente delle ruberie del magazziniere.
Ora, anche se in modo confuso, Sigismondo si rendeva conto di sapere poco o nulla di quella donna con cui divideva la sua casa, si svegliava al mattino e si addormentava alla sera, la bocca sulla sua spalla e il tepore della sua pelle ancora tra le dita. Al di là di vaghe generalizzazioni che avevano l'unico scopo di rassicurarlo, cosa sapeva delle donne?
Si rese conto in quel momento che la carrozza, dopo avere rallentato, si era fermata davanti al portone della sua casa. Scese, sollevando lo sguardo sulla facciata davanti a lui, poi entrò, esitante, avvolto dal buio e dal silenzio, avvertendo una sensazione di solitudine profonda, quasi un senso di angoscia: per la prima volta la moglie non lo aveva accolto andandogli incontro. Se n'era andata con la domestica? L'aveva lasciato portandosi dietro la figlia? Per l'ennesima volta lo sorprendeva decidendo di testa sua? Forse stava semplicemente dormendo, sfinita dal parto e dalle emozioni della giornata? Esitante salì le scale e pochi secondi dopo si ritrovò davanti alla porta della camera da letto. Non un fruscio intaccava il silenzio. Abbassò la maniglia e entrò, aguzzando lo sguardo nell'oscurità.(continua...)
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