Nella sala da pranzo dei Dellapicca, le prime ombre della sera danzavano sulla tovaglia prima di acquattarsi negli angoli, in silenziosa attesa.
Sigismondo mangiava svogliatamente e Maria, davanti a lui, lo osservava incredula chiedendosi come fosse possibile che non avesse saputo dell'arrivo della Capinera. Oppure ne era a conoscenza, ma stava archittettando qualcosa? e, mentre questi pensieri le attraversavano la mente, lasciava scorrere lo sguardo su quel volto maschile dalla bocca rapace e dalle guance molli e gonfie che ne lasciavano intuire l'avidità e la debolezza. Con il passare degli anni, aveva perso, a contatto con la gente del porto, anche quella patina formale di raffinatezza che l'ambiente dal quale proveniva gli aveva dato e, ora, trasudavano dai gesti e dagli sguardi la noia, il disincanto velato di cinismo e la mancanza d'iniziativa e interessi. Tutto lo infastidiva a esclusione di quel suo, sempre più stanco, rincorrere le femmine e sedere al tavolo da gioco, le carte in mano, il tacco della scarpa che, quando s'intestardiva a perdere, picchiava sul pavimento con un gesto che ne denunciava la mai superata arroganza.
Perchè non diceva nulla? Cosa aveva intenzione di fare? La gola strozzata, Maria cercava di darsi un contegno, mentre Teresina le lanciava occhiate sgomente, alludendo con il mento al padrone, il viso tondo di ragazzina che assumeva un'espressione interrogativa. Il silenzio gravava sulla stanza, rotto soltanto dal tintinnio delle posate. Nella mente di Maria il ricordo di due notti: quella delle nozze, con Sigismondo addormentato, senza una parola, una carezza, il peso di quel corpo estraneo che la opprimeva e, poi, l'altra, quella rubata... Il marito partito per un viaggio d'affari, e il Moro a cena. Avevano parlato tutta la notte: lui le aveva raccontato dei tramonti sul mare quando nello spazio fugace in cui la notte scaccia il giorno l'aria si riempie di sussurri e le donne pesce cantano. Pur avendo percorso tutti i mari e visto tutti i paesi, quell'uomo ricordava soprattutto i giardini della sua terra e il loro profumo in notti in cui lo scirocco non faceva dormire e la mente, stanca, partoriva sogni o incubi. L'aveva amata con una passionalità sconcertante...
Un rumore attraversò l'aria, spezzando il silenzio, scacciando i ricordi. Qualcuno aveva bussato al portone d'ingresso. Maria vide raggrinzirsi il volto del marito, mentre il cuore le balzava nel petto e il suo viso sbiancava. Poi un rumore di passi lungo il corridoio, la porta che si apriva e Teresina che, balbettante, annunciava il Moro che, alle su spalle, sfumava indistinto come un fantasma nell'oscurità del corridoio.
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