"Mio Dio!, ma siete proprio voi...Giovanni" sussurrò Sigismondo, mentre anche le altre due maschere mostravano il volto. Sigismondo crollò nuovamente a sedere sui gradini della chiesa mentre, minacciosi, i tre uomini lo circondavano.
"Che ne diresti di una bella partita? Come ai vecchi tempi". E senza aspettare la risposta, dopo averlo sollevato da terra, l'uomo che portava il nome di Giovanni, sputandogli addosso tutto il suo livore, gli sibilò: "Pensavi di essere al sicuro? Di averci preso tutti in giro?"
"Ho saputo che vi siete rifatti sul palazzo del Canal Grande" balbettò Sigismondo e, poi, mentre una strana luce gli balenava nello sguardo, chiese "Come...?" ma l'altro , interrompendolo, gli rispose: "Ti abbiamo cercato per mare e per terra. Sembravi esserti volatilizzato, nascosto come una "granseola" sotto la sabbia. Poi, non riuscendo a trovarti, abbiamo cercato le tracce del Moro e lui ci ha portati fino a te".
Furente Sigismondo mormorò: "Quel negro maledetto! L'avessi lasciato, quel pendaglio da forca, crepare su patibolo...Mi ha portato solo disgrazie!"
"Ma lui non ti ha tradito: è cascato nel tranello che noi gli abbiamo teso credendo alla storia che gli abbiamo raccontato":
"Allora mia madre non è morta?" chiese Sigismondo.
"Dalla vergogna e dal dolore per la tua scomparsa è uscita di senno..."
Sigismondo sentì una fitta al petto: tutto era perduto ma, e questa era la considerazione che più l'angosciava, a causa sua.
"Vi pagherò..." promise, lo sguardo che assumeva un'espressione supplice, codarda.
"Ci prenderemo la casa, il magazzino...Tutto" gli alitò addosso Mariotto, l'altro compagno di bagordi e divertimenti con il quale aveva condiviso gli anni focosi e pazzi della gioventù.
" Va bene, ma ora lasciatemi andare" implorò ancora l'uomo tremante che i tre circondavano.
" Ci prendi per donnette credulone? Ora t'impacchettiamo per bene, ti carichiamo sulla tua carrozza e ce ne torniamo a Trieste. Lì ci firmerai una dichiarazione che ci autorizzi a prendere possesso di tutti i tuoi beni..." ma Sigismondo lo stava già interrompendo con la solita frase che i vigliacchi sono soliti usare: "Io ho famiglia, mi dovete lsciare qualcosa"
"Ci è stato detto che hai una bellissima moglie! Ah, ah, ah... Usala. A Trieste i bordelli non mancano, anzi, ora che mi ci fai pensare, potremmo valutarne le doti e metterla sul piatto della bilancia a pareggiare il conto con quanto ci è dovuto". E, piegandosi in due dalle risate e dandosi manate sulla schiena i tre uomini se lo indicavano e afferrndolo lo sbattevano dall'uno all'altro, rifilandogli calci negli stinchi e spintoni. Poi, dopo averlo umiliato in questo modo, gli legarono le mani dietro alla schiena e, trascinandoselo dietro come un cane riluttante a seguirli, si inoltrarono nell'intrico, ormai silenzioso e deserto dei vicoli.
Nessun commento:
Posta un commento