martedì 25 gennaio 2011

Pagine dall'inferno

C'era un Cristo piccolo sulla parete della stanza. Appeso in alto e crocifisso, come giustamente ci si aspetta debba essere un Cristo in un ospedale. E c'era una luna impegnata a sfuggire all'abbraccio mortale della nebbia che incombeva sulla città. Erano i miei punti di riferimento: la luna per volarmene via su una di quelle scope che negli ospedali non mancano mai e il Cristo per sfogare su qualcuno la mia rabbia e la mia disperazione.
Qualcuno in alto loco, il Padrone dei padroni...
Perché la malattia? La morte ha un senso, conclude il tour: nascita, crescita, riproduzione, e poi morte. Ma la malattia non è logica, soprattutto la condizione del malato cronico è assurda. E' un' invenzioni assurda e lucrosa e l'ospedale è il suo teatro, il tempio che ospita le sue agghiaccianti rappresentazioni. Frantumati in pezzi veniamo scrutati, invasi da cannule, infilati in budelli rotanti, fatti digiunare, sottoposti a interrogatori nei quali si fanno domande, ma non si attendono risposte, si decidono destini...
Poi - l'economi aziendale insegna - si standardizzano procedure, si classificano i malati: quelli silenziosi, quelli rognosi, quelli che hanno già un piede nella tomba  (ma che non si facciano illusioni, si può, si deve restare vivi anche se apparentemente morti). Le statistiche devono dare risultati soddisfacenti, l'ospedale azienda deve funzionare anche se gli infermieri - oberati di lavoro - sbagliano ogni tanto medicina, i medici si danno il turno, quindi ognuno di loro sa soltanto qualcosa del malato che valuta secondo il proprio metro di giudizio e chi lo vede continuativamente è soltanto il compagno di letto che - come in trincea - stabilisce con il vicino gli stessi rapporti di chi condivide una guerra.
Poi ci sono le diagnosi sulle quali si basa la terapia. Ti viene il sospetto - leggendo la tua -che si tratti di un altro paziente, ma ti guardi bene dal dirlo. Anche perché sarebbe inutile: come per gli insegnanti, categoria che conosci avendone fatto parte, i medici non sbagliano mai e quando succede i loro errori se li ingoia la terra.
Ti curano il pezzo di loro spettanza: nel mio caso il cervello. E il resto? Lo stomaco che ti fa male, la pancia che si contorce? Gli spasmi che ti attanagliano?  Non li riguarda, non sono gastroenterologi e la tua patologia non prevede spasmi di questa portata. Le macchie tipo orticaria? "Al suo ritorno a casa vada da un dermatologo" e "si muova, non s'impigrisca" e mentre tenti di spiegare che non ti reggi in piedi sono già usciti dalla stanza veloci come folletti, mentre tu ripiombi sul tuo letto di pene e guardi il Cristo e ti sembra se la rida, conscio che scacciare i mercanti dal tempio non avrebbe più senso perché i mercanti e i loro templi hanno conquistato il mondo. Ormai.

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