domenica 6 febbraio 2011

Non solo bunga, bunga

Dove sta andando questo Paese? Ha una direzione di marcia o sta semplicemente girando su se stesso, in attesa? In attesa di che cosa? Forse servirebbe un minuto, o un giorno o un anno, di silenzio. Azzerare l'audio e spalancare gli occhi; poi riflettere. Berlusconi finito - e non da oggi -,  è uno zombie che la Storia sta trascinando con sé: é una balena ferita a morte attorniata da pescecani che si cibano voracemente dei suoi resti perché ancora colma di sé, del suo nome e dei suoi soldi, la bocca e il ventre della classe politica che lo circonda. Alibi vivente a giustificazione del non fare, non decidere, non assumersi responsabilità, meno male che Silvio c'é.
Fini e Bocchino, se non dovessero occuparsi di lui, dovrebbero rispondere al Paese asssumendosi la responsabilità del disastro a cui stiamo assistendo, frutto di scelte politiche che hanno pienamente condiviso con il Premier. L'opposizione dovrebbe analizzare le ragioni della sua inconsistenza politica invece di rimarcare il bunga, bunga e la gente, i cittadini, invece di aspettare la nuova puntata della telenovela che ci viene propinata, dovrebbe farsi un esame di coscienza: sulle scelte politiche fatte, sull'astensionismo elettorale, sulla propria inconsistenza civica.
La forza di Berlusconi si è alimentata, ha trovato la linfa per crescere nel Paese che, evidentemente, è cresciuto poco sotto il profilo democratico. Anche negli anni del miracolo economico, del PIL che saliva, gli italici difetti - che tutti conosciamo - mimetizzati dietro a un benessere che aveva steso una pennellata bianca a nascondere le magagne, sono rimasti quelli di sempre, abilmente smascherati da parole, tante, troppe parole gonfie di retorica e false, soprattutto false.
Quanti furono i partigiani? Quanti i politici che si opposero veramente al fascismo, pagando un prezzo personale altissimo, se rapportati ale folle oceaniche stipate nelle piazze ad applaudire il Duce? Quante le persone di sinistra per scelta ideologica e non perchè in certi anni diventò di moda riempirsi la bocca di certe affermazioni?
Di Berlusconi penso ciò che pensai tanti anni fa quando a Milano apparvero sulle fiancate degli autobus le scritte "Foooza Italia" e la curiosità mi indusse a informarmi sul personaggio che stava dietro a quella iniziativa,  che avrebbe portato alla istituzione di un nuovo movimento, scoprendone i primi imbrogli. Quindi nessuna sorpresa mi ha colta davanti alle ultime performance del Premier, ma è su chi improvvisamente ne coglie - oggi - i limiti e l'incapacità di governare che mi scopro diffidente. Non vorrei che tra qualche mese non si trovasse più un berlusconiano come dopo il '45  scomparvero i fascisti.
Il nostro è un popolo molto abile a cambiare divisa, forse perché al riparo di una divisa è sufficiente obbedire agli ordini, senza assumersi responsabilità? Anche se mi auguro che rapidamente, quanto più rapidamente sia possibile, Berlusconi scpmpaia dalla scena politica, non posso non notare con preoccupazione che un Paese diverso dal nostro avrebbe bloccato all'entrata in politica un simile personaggio. Perché da noi non è successo? E' su queste motivazioni che dovremmo incominciare a fare chiarezza, non sul buga, bunga di cui già si occupa la Magistratura. E su questo punto che le responsabilità, collettive e non di un solo personaggio, risultano difficili da affrontare e anche dolorose, ma a mio avviso ineludibili.

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