Mi sveglio con una sensazione di curiosità. Fuori, nella strada ancora buia, nera, cominciano a scivolare le macchine. Una dietro l'altra. Sollevo la tapparella e fari gialli fendono l'oscurità. La mia casa è fredda, l'autunno annuncia pioggia... Dalla cucina mi arriva il miagolio della Miki e, un secondo dopo, la sento che protesta impaziente strofinandosi sulle mie gambe ballerine. "Eh no, bella, devi avere pazienza: la sottoscritta non ha più orari da rispettare, è padrona, finalmente padrona di quell'ultimo scampolo di tempo che la vita le ha concesso... Le levatacce alle prime luci dell'alba, i compiti da correggere imbambolata dal sonno, le colazioni da preparare per quei tre ragazzini ancora addormentati (ma che tra pochi minuti cominceranno a litigare tra loro, a protestare), con le lancette dell'orologio in corsa, e il tempo che vola, e l'ansia di fare tutto, sapendo già che sarà impossibile... No, tutto questo è soltanto un ricordo, non mi appartiene più.
Posso stiracchiarmi lentamente, mangiare con calma, affondare il naso nel pelo soffice della Miki, tornare al letto ancora caldo e dormire un po', oppure farmi la doccia e uscire a comperare il giornale e una focaccina tiepida, mentre il giorno rischiara il cielo, e io l'osservo questo cielo chiaro di ottobre che mi regala un altro giorno, forse difficile, forse divertente, forse doloroso... Magari sorprendente? ma, comunque, mio. Tempo che mi appartiene, che è lì in attesa, ai miei ordini come un servitore solerte pronto a ubbidire".
Il dolore alla schiena che mi ha inchiodata a letto si è attenuato, se mi muovo con cautela mi dà tregua. E muovermi con cautela è ormai una mia acquisita abilità, infatti la mia velocità di crociera è bassa. Sulla strada della vita scivolo, non corro... Ma non provo rimpianto per quelle corse, per tutta quella fretta che mi faceva spesso solo sfiorare la vita, una carezza distratta e via... Per andare dove? Si arriva tutti allo stesso punto, chi percorrendo viottoli di campagna, chi veloci autostrade. "Non credi Miki?" La gatta mi spalanca addosso occhi attoniti coloro topazio e mi osserva muta... Ha capito, ha capito...
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