Kappa 22 conto fino a tre per l’esattezza, vinto il prestigioso “Bloggo quindi sono” si svegliò nei giorni successivi tormentato da una sensazione di malessere. Revisionò i propri circuiti, corresse alcune impostazioni legate ai suoi programmi giornalieri e cercò di distrarsi scorrazzando in lungo e in largo nella blogsfera. Una primavera umida, malaticcia occhieggiava dalla finestra della sua stanza e lui l’osservava incuriosito perché sul suo pianeta le stagioni non esistevano e questo contribuiva alla stabilità caratteriale dei suoi abitanti. Sul pc aveva visto immagini dell’estate, quei cieli azzurri e la gente seminuda che riempiva le strade, mangiando all’aperto e cambiando addirittura il colore della pelle. Decise che quella stagione lo incuriosiva e accelerò il tasto cronologico. Il sole pallido improvvisamente acquistò forza, il giardino della sua casa, quando alzò gli occhi, era una distesa di verde interrotta da ciuffi di fiori, rose rampicanti, dalie multicolori e ortensie lilla e rosa
Il caldo lo prese alla gola e gli fece spalancare le finestre. Entrò l’aria estiva portandosi dietro l’odore dell’erba e la polvere della strada. Il sangue gli si rimescolò dentro, mentre un’euforia nuova e immotivata lo spingeva a uscire. Regolò la temperatura del suo corpo che, avvolto in una similpelle umana, stava salendo dandogli una sensazione di strana leggerezza alla testa rientrata nel torace, e sostituita con una da umano piazzata sul collo. L’aveva scelta lui la nuova testa: piccola, ben modellata, grandi occhi scuri, capelli mossi dai riflessi dorati e quella bocca sottile e ben disegnata dalla quale sgorgavano parole e sorrisi che gli attiravano la simpatia dei presenti.
Una ragazza lo guardò, invitante, maliziosa. Compatibile con le sue caratteristiche? Non gliene poteva fregare di meno che lo fosse. Gli passò davanti e lui sentì il suo profumo.
Girò i tacchi e la seguì, lo sguardo arpionato ai suoi fianchi sculettanti e quando lei si voltò e, con un sorriso che le illuminava gli occhi, gli chiese il suo nome, rispose soltanto Kappa, dimenticandosi di contare fino a dieci prima di dare informazioni a soggetti potenzialmente pericolosi, come gli era stato insegnato (continua…)
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