Blanko entrò nella locanda. Nonostante la testa leonina cominciasse a ingrigire, restava sempre un uomo sul quale scivolavano, non viste, le occhiate delle donne. Erano passati alcuni anni dalla morte del fratello e la faida tra le due famiglie pur non avendo provocato altri morti, incombeva, come un borbottio di tuono in un cielo azzurro, sui componenti di entrambe le famiglie che vivevano nel timore di nuove aggressioni e di un pareggiamento di conti al quale Blanko sentiva di essersi sottratto. Non avendo avuto altri figli il legame che lo univa a Zastros, soprattutto dopo la morte del fratello, si era fatto sempre più stretto. Il bambino era cresciuto all'ombra del padre, avvertendo in quell'affetto così esclusivo la presenza di problemi mai affrontati e un concentrarsi di aspettative che sentiva di non essere in grado di soddisfare. Era diventato un bel ragazzone, alto come Blanko, ma meno sicuro nel passo, troppo timido per essere un maschio, troppo riflessivo, distratto e piuttosto malinconico. Daviça, terrorizzata da ciò che era successo, non perdeva occasione per allentare, da una parte, rimorsi, sensi di colpa e tensioni nel marito, e dall'altra per controllare allo spasimo il figlio.
Era una donna cresciuta in una cultura che, relegandola negli spazi della cucina e della camera da letto e nelle chiacchiere scambiate con le paesane sul sagrato della chiesa, l'aveva abituata a misurare le parole, a essere astuta, a non prendere mai il marito di petto. Blanko aveva instaurato con la moglie un rapporto basato su bisogni profondi che soltanto lei sarebbe stata in grado di soddisfare, o almeno così gli aveva fatto credere, tallonandolo passo passo, sempre presente e pronta a semplificargli l'esistenza. Daviça aveva colto nello sguardo di Maria quel repentino interesse, quel fuoco che rendeva, nonostante fossero passati gli anni, gli occhi della donna invitanti e azzurri come fiordalisi sparpagliati su un campo di spighe e nel sorriso del marito aveva letto la voglia di farne mazzi da stringere fra le braccia. Per fortuna che il Veneziano, di solito, bighellonava tra i tavoli o raccontava a qualche foresto di passaggio, per l'ennesima volta, arricchendola di particolari truculenti, la storia, ormai diventata nel paesino di poche anime leggenda, del suo temerario intervento contro i pirati.
Quel giorno Blanko si avvicinò al bancone, mentre lei sorridente gli mormorava:"Il solito?" e la figlia, uscita dalla cucina gli lanciava un'occhiata sospettosa.
"Vostra figlia si fa ogni giorno più bella. Tenetela d'occhio che qualcuno non se la porti via. Ha preso da voi, non cìè dubbio" borbottò Blanko, mentre la ragazza arrossiva e la madre sorrideva orgogliosa alzando gli occhi al rumore della porta che si apriva lasciando entrare Daviça e Zastros.
"Sei qui, ti stavamo cercando: uno degli uomini addetti al carico è stato ferito. Vieni, vieni" La voce della moglie tradiva la sua angoscia, mentre gli occhi scivolavano su Maria, volutamente distratti.
Zastros guardava Benedetta, lo sguardo che la seguiva attonito quasi davanti a lui fosse sfilata in processione Santa Genoveffa, scintillante di ex voto a inargentarla nella luce fumigante delle candele.
Nessun commento:
Posta un commento