Ci sono persone che non amano il momento del risveglio, ma lei non apparteneva alla categoria: lei era sempre, o spesso, carica ... di progetti, cose da fare, curiosità da soddisfare anche in quella vita troppo indaffarata, troppo faticosa, ma piena, comunque, di soddisfazioni.
Milano, sotto le sue finestre, riprendeva la corsa esalando profumo di brioche appena sfornate e giornali freschi di stampa... Si alzò, puntandosi sui gomiti, vogliosa di brioche, ultime notizie e folla alla quale mescolarsi destreggiandosi sui tacchi alti dei sandali nuovi, le gambe lunghe e scattanti che lo spacco della gonna avrebbe lasciato intravedere.
Ricadde sul letto. Pesantemente.
Riprovò stupita.
Un sacco di patate: vuoto!
Il suo corpo si afflosciò, come una vela su un mare senza vento.
Rise ... e ritentò.
Un burattino senza burattinaio? O senza fili?
Si dette una sbirciata alle braccia, alle mani... Disarticolata, come un pollo disossato.
Rise di nuovo, una risata stridula, preludio a un singhiozzo.
"Mamma? Tutto bene? Perché non ti alzi?" La voce del figlio fugò il dubbio, la speranza che si trattasse di un sogno, di un incubo.
"Arrivo, stai tranquillo!"
Arrivo dove? - pensò, cercando di scendere dal letto. Planò sul pavimento, come un uccello centrato in pieno dal colpo di fucile di un cacciatore. Il sangue dal labbro spaccato le impiastricciò il mento, le riempì la bocca...
Cercò di strisciare sul pavimento: come un serpente, come un verme.
Come Gregor Samsa, come lui vergognosa e atterrita.
Come lui condannata per una colpa ignota, da un tribunale sconosciuto, al buio che circonda il mistero.
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