giovedì 17 luglio 2008

LE DONNE AVANZANO? PAR DAUR

Lo scrisse un soldato friulano in una lettera inviata a casa dal fronte. L'addetto al controllo della posta annerì, convinto che si trattasse dell'indicazione di un luogo. Della serie: anche nell'esercito qualcuno non brillava per intelligenza. Oggi mi verrebbe da sottoscrivere qualcosa di analogo sulla condizione femminile nel nostro Paese.
Perché se e quando una donna (poche per la verità!) sfonda, in qualunque campo ciò avvenga, viene dato per scontato che abbia usato una parte di sè che nulla ha a che fare con il cervello? A meno che non sia vecchia e brutta, perchè (e anche in questo caso i parametri di riferimento che delimitano tali spazi, la bruttezza e la vecchiaia, sono più restrittivi per le donne ) in tal caso, generosamente, ci si limiterà ad ironizzare sul suo aspetto fisico, concedendole di avere e(cosa quasi incredibile!) di usare un cervello.
Emblematico risulta il caso della nostra ministra delle Pari Opportunità, fatta oggetto di una campagna denigratoria incentrata sulle sue performances sessuali e conseguentemente sulle sue capacità politiche nonché professionali.
Premetto che, da cittadina, attendo al varco la ministra della quale, per il momento, non condivido interventi, discorsi o scelte politiche fatte. Da donna, inoltre, disprezzo l'uso del proprio corpo finalizzato all'ottenimento di favori. Da persona trovo tragico, tanto da diventare quasi ridicolo, che un Ministero importante come quello delle Pari Opportunità sia stato assegnato a una persona( non importa di che sesso) che non mi risulta abbia maturato l'esperienza e la competenza richieste dall'incarico.
Se il giudizio sull'operato della ministra dovesse conservare il carattere di negatività odierno, da cittadina, ripeto cittadina, mi darò da fare perché cariche importanti come quelle ministeriali,vengano assegnate sulla base della competenza maturata e accertata con criteri da ridefinire.
Ma quello che mi fa stare veramente male è vedere molte ( troppe) donne avanzare, di nuovo e ancora, maledizione! ", par daur" senza rendersi conto di quanto, in questo particolare momento storico, sia necessario valutare con passione (sempre),ma anche con grande razionalità e attenzione ciò che accade, per evitare di crepare - stupidamente - sotto il "fuoco amico".

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