lunedì 16 gennaio 2012

Storia di nebbie e acquitrini (Puntata n°19 - Seconda parte)


"Signora Debosi, è sempre così silenziosa?" Marilena sollevò il volto e incontrò lo sguardo del padrone di casa, quello sguardo che l'aveva seguita, tallonata, appiccicoso e disturbante, per tutta la serata. Non rispose, limitandosi a sorridere.
"Fuma?"
"No".
"Le dà fastidio se... ?"
"No".
"Le farei un'altra domanda, ma mi sembra sintonizzata sul no... " e rise, sentendosi spiritoso. Lui, uomo di mondo, se avesse voluto, se la sarebbe ingoiata in un boccone quella piccola borghese arricchita. Aspirò il fumo della sigaretta e si sedette accanto a lei sul divano. Vicino, tanto vicino da sentire il profumo della sua pelle, da cogliere la piega delle sue labbra, da intravedere nel suo sguardo quel fastidio appena dissimulato.
La moglie del padrone di casa, pur chiacchierando con una coppia a bassa voce e ridacchiando, non li perdeva d'occhio. Suo marito non si sarebbe lasciato scappare, come era solito fare, la donna più affascinante della serata, ma ciò che la stupiva non era l'abituale corteggiamento fatto davanti ai suoi occhi, ma che lei ancora ne soffrisse. Che si sentisse umiliata, offesa e... impotente. 
"Scusatemi, le mie incombenze di padrona di casa mi obbligano... " mormorò, voltando le spalle all'uomo che le stava raccontando qualcosa che lei non aveva nemmeno udito.
Veleggiò elegantissima e sicura attraverso la stanza, una mano che con grazia sollevava appena l'abito aderente che portava per consentirle il passo, esibendo sorrisi e sicurezza al suo passaggio.
"Avrei dovuto dedicarle maggiore attenzione... Si sentirà un po' spaesata?" disse, rivolta a Marilena. E senza lasciarle il tempo di rispondere, continuò: "Ma vedo che mio marito mi ha sostituita egregiamente" e, a voce alta, quasi Marilena fosse sorda, aggiunse "com'è sua abitudine!"
Ci mancava soltanto la gelosia della padrona di casa a rendere quella serata ancora più fastidiosa - pensò Marilena. La falsità delle chiacchiere volutamente superficiali, oltre ad annoiarla, la disturbava. Avrebbe voluto avere il coraggio di rassicurare la donna che le stava di fronte, la fronte corrugata e gli occhi pieni di rabbia repressa, dicendole: "Stia tranquilla, questo tricheco grasso e arrogante non lo vorrei nemmeno se me lo regalassero. Ho già il mio peso, la mia zavorra di pietre da reggere sulle spalle... A ognuna il suo" - si disse, ma dalle sue labbra non uscì parola, mentre si limitava a rispondere con il suo solito enigmatico sorriso, gli occhi che cercavano Gualtiero.
"Ha visto mio marito? Sono piuttosto stanca e vorrei andare a casa" mormorò rivolta alla coppia che si fronteggiava ostile. 
"Vado a cercarlo... " rispose la donna distogliendo l'attenzione dall'uomo che la fissava infastidito.
"Mi dispiace non si sia divertita... " aggiunse pensando 'Si dà anche delle arie da gran dama questa donnetta... "
In quel momento il marito uscì dallo studio e cercò la moglie con lo sguardo.
Si avvicinò sicuro,  l'orgoglio per il nuovo, prestigioso incarico appena ottenuto, che lo rendeva ancora più impettito.

(continua... )