domenica 11 gennaio 2009

La libertà si paga!

La ribellione, il rifiuto a piegarsi, a essere umiliate, usate, trattate senza il minimo rispetto, quanto costa alle donne? Bisognerebbe chiederlo alle interessate, bisognerebbe raccogliere testimonianze sussurrate, confidenze strappate all'anima prima che alle labbra.
Oggi le donne sono tutelate dalla legge: divorzio e aborto sono scelte che il nostro ordinamento giuridico prevede, ma... Ma poco o nulla la legge può fare quando un uomo si mette di buzzo buono per farla pagare a una compagna che, secondo lui, lo ha umiliato rifiutandolo.
In questi casi, più della legge varrebbero educazione, cultura, sensibilità, caratteristiche alle quali il diritto cerca di sopperire, intervenendo quando la loro mancanza provoca disastri.
La legge ha liberato le donne da quel terribile "finché morte non vi divida" (preso alla lettera da troppi uomini che hanno effettivamente tranciato, oltre al vincolo matrimoniale, anche la gola delle consorti) stabilendo modalità e regole per i coniugi separati, ma...Il marito che ti aspetta sotto casa e ti dà una scarica di botte, oppure quello che non paga gli alimenti o quell'altro che il divorzio lo vive a 360 gradi e quindi divorzia anche dai figli, chi lo controlla, chi lo mette in sicurezza?
Nessuno.
Te la devi cavare da sola e non è facile perché la tua vita è già durissima.
Hai già "contro" la tua famiglia e quella del marito, perché le madri ti invitano a riflettere e pazientare e i padri non sopportano l'idea che tu possa uscire di nuovo con un uomo, e senza che si possa metterci il naso. La società, poi, ti sbatte ai margini perché sei come un servizio di piatti spaiato: non presentabile! Gli uomini effettivamente ci provano, tanto una separata è terra di nessuno, le amiche sposate ti tengono alla larga dai loro consorti, ché la prudenza non è mai troppa.
Normalmente hai un reddito basso, i figli sul groppone, passi squallide domeniche facendo il bucato e sfregando le piastrelle del bagno, ma... Ma le donne continuano a separarsi: pronte a qualunque sacrificio, correndo anche il rischio di essere prese per il collo e uccise, continuano a andarsene, lasciando uomini della stessa pasta di quelli che le loro madri e nonne sono state costrette a sopportare per un'intera vita, liberate soltanto da un ictus o un infarto provvidenziali.
Perché? Chiedetelo a queste donne. Ascoltate le loro risposte. Gli uomini che si lasciano alle spalle non sono certo i migliori sulla piazza. Soprattutto donne che hanno avuto figli non fanno scelte così dolorose e faticose senza motivazioni più che valide. E se non divulgano ai quattro venti i motivi della loro scelta è, spesso, soltanto per salvare l'immagine del marito agli occhi dei figli, anche se quasi sempre chi è pessimo marito, raramente sarà ottimo padre.
Mi sono sempre chiesta perché una vedova goda della stima della gente e una separata no!
Entrambe affrontano la vita da sole..con notevoli difficoltà. Eppure!
Ci sarà anche qualche donna che divorzia con leggerezza, ma non credo siano molte. Nella graduatoria delle esperienze scioccanti il divorzio è collocato subito dopo la morte del coniuge.
Chi ha fatto questa scelta conosce lo strazio, il senso di fallimento, la paura di affrontare qualsiasi difficoltà senza condividerla con nessuno. Chi ha scelto di andarsene conosce il dolore di rispondere alle domande dei figli, la difficoltà di spiegare senza ferire, il disagio di presentare ai propri bambini e ragazzini adolescenti un compagno, perigliosamente incontrato, spiegando che non prenderà il posto del babbo e che non ruberà l'affetto della madre. Ma diventare autonome, poter decidere della propria vita ricompenserà di qualunque fatica, di ogni difficoltà e disagio.
Io credo che il coraggio che ci vuole per fare simili scelte non sia giustamente riconosciuto. Tanto meno apprezzato. Forse, qualche volta, è addirittura invidiato. E la cosa più assurda è che venga a mancare soprattutto la solidarietà femminile, anche se può sembrare incredibile.
Su questo punto, penso, ci sarebbe, veramente, da discutere.