mercoledì 15 giugno 2011

Storia di nebbie e acquitrini (puntata n°6)

Gualtiero, invece, ricordava ogni particolare di quella mattina d'agosto, con il sole che incendiava i campi di grano e l'aria che sembrava percorsa da un pulviscolo d'oro... e l'Antonia che correva lungo l'argine, gridando. Era stata lei, la moglie del Ninetto - bracciante che era diventato nella zona quasi una leggenda, - a portare la notizia della riduzione della paga oraria ai braccianti, con il grembiule ancora allacciato addosso e le mani impiastricciate di farina. Ninetto, il marito, dopo averla ascoltata calmo, almeno apparentemente, si era asciugato il sudore; poi, lentamente, aveva alzato il falcetto. A quel gesto, tutti gli uomini si erano fermati all'unisono, il silenzio che calava, irreale, avvolgendo quei falcetti levati in alto, quelle spighe recise a terra, mescolate al rosso dei papaveri.
"Boia d'un mond laeder..." aveva borbottato uno degli uomini, il più anziano, asciugandosi il sudore che gli bruciava gli occhi.
Il Lambertini, l'uomo di fiducia dei padroni, era diventato pallido sotto l'ala del cappello che gli riparava il viso dal sole e gli dava un'aria da "signore", anche se, quando beveva con i contadini, solo  lo sguardo che gli scivolava, ingordo, sui fianchi delle donne, lo rendeva simile ai padroni. Poi, con fare sbrigativo, aveva detto a Ninetto: "Intanto falciate, che fa un caldo boia.... ci sono quelle nuvole che non mi piacciono; se non tirate su i covoni e viene la pioggia, qui possiamo dire addio al raccolto... "
 Lui, Gualtiero, era stato mandato a cercare Desmo, e se lo ricordava bene poiché tutto era cominciato in quel dannato giorno. Mentre correva lungo il viottolo aveva sentito i primi tuoni e la cappa d'afa sulla pianura farsi più soffocante.
Intanto il Lambertini, di fronte al rifiuto dei braccianti di riprendere il lavoro, aveva chiamato le donne di casa, affinché affastellassero almeno le spighe già recise, per portarle al coperto. Le vacche che venivano munte dalle donne, soprattutto d'estate quando il lavoro nei campi era più  faticoso e adatto agli uomini, avevano intanto cominciato a muggire e a battere gli zoccoli sul terreno, assetate, le mammelle gonfie di latte fino a scoppiare.
Quando lui e Desmo erano arrivati, dopo essere riusciti a reclutare altri braccianti - tra i quali I Dellavilla, che erano i più poveri della zona e abitavano sotto il livello del fiume, là dove alla prima pioggia il Po esondava - avevano trovato Ninetto e gli altri schierati sul terrapieno che costeggiava l'argine. Per un effetto di prospettiva, visti dai campi, posti  in basso, i braccianti apparivano più alti, qualcuno a gambe larghe, le braccia incrociate, negli occhi timore ma anche rabbia e determinazione. Scuri contro il cielo, incombevano come soldati  posti a guardia del raccolto.
Sotto, il ragioniere Lambertini, la camicia chiazzata di sudore e le scarpe impolverate, tentava di fronteggiare la situazione, dando ordini alle donne e scrutando ora il cielo, ora la strada  dalla quale li aveva visti arrivare.
(continua.... )
http://falilulela.blogspot.com/2011/06/storia-di-nebbie-e-acquitrini-puntata_12.html