giovedì 26 gennaio 2012

Il talento dell'inganno


                   Io vorrei crederLe  ministro Passera, vorrei credere alle lacrime - così femminili, tenere – della ministra che non regge la parola “sacrifici”, al presidente del Consiglio Monti. Siete così educati, così impegnati a salvare il Paese, così laboriosi. Abili, molto abili. Una se ne sta lì, tutta attenta, cercando di cogliervi in fallo sulla consequenzialità dei ragionamenti esposti… e tutto fila. Le risposte sono lunghe, articolate ma, a volte, sorprendono con un esempio stringatissimo che farebbe capire una realtà complessa anche a un bambino. Non dimenticate che non tutti hanno la disgrazia di nascere intelligenti. Come voi.
Riuscite a farci vergognare di dubitare della vostra buona fede. Non siete bugiardi, siete ambigui e l’ambiguità è affascinante, è il gioco intellettuale del dire e non dire, dell’affermare e negare…
Avete cambiato nome all’Ici, giustificandone la reintroduzione e la rimodulazione con la solita logica stringente.
“Come non abbiamo introdotto una patrimoniale?” rispondete alle nostre angosciate e rabbiose domande.
“L’Imu colpisce la ricchezza immobiliare, non il reddito (leggi affitto) che da essa promana”. Siete professori, siete tecnici: conoscete la differenza tra patrimonio e reddito e – pazienti come sanno esserlo solo gli insegnanti, abituati a dissodare terreni incolti – puntualizzate.
Ma noi (poveri Cristi) parlavamo del bilocale in periferia acquistato con un mutuo trentennale, e intestato a noi (noi che l’abbiamo comprato e spesso non ancora pagato), e non ci sembrava potesse essere considerato "Patrimonio", come quello di chi, di case, ne ha parecchie, ma è sufficiente le intesti a società immobiliari di comodo o a vecchietti rincitrulliti, che dagli ospizi in cui sono ricoverati si son messi ad acquistare immobili come fossero caramelle, per aggirare l'onerosità fiscale connessa alla seconda, terza, quarta... casa di proprietà. Così la legge colpisce, o dovrebbe colpire, chi è più ricco, ma tassa chi è meno abbiente.
Soltanto voi avete il potere (parola che chissà perché sconvolge il presidente Mario Monti), il talento, l’esperienza acquisita in decenni di frequentazione del e con l’inganno, per stanarlo.Voi che conoscete tutte le tortuose strade del malaffare legalizzato – e per questo motivo siete stati scelti come consiglieri delle società più prestigiose, quelle misteriose multinazionali che sembrano, come public company, non appartenere a nessuno ma sono invece saldamente nelle mani di qualcuno - voi che non avete problemi di elettorato da scontentare, perché non legiferate in modo chiaro, lineare, impedendo che “fatta la legge si trovi l’inganno”? Perché siete voi che sulla capacità di creare quegli inganni avete costruito le vostre carriere, il vostro successo, quella ricchezza di cui il presidente Mario Monti si dichiara orgoglioso, ritenendola il giusto compenso che remunera, è corretto remuneri, il talento.
Ora, delle due l'una: o crearli o scovarli, gli inganni. Altrimenti, senza questa imprescindibile scelta morale a monte, come credere a quel Giano bifronte che è attualmente il "Governo tecnico"?