giovedì 19 gennaio 2012

I tecnici non bastano


Tassisti in piazza, farmacisti sul piede di guerra, benzinai in rivolta... I notai e gli avvocati, per il momento, tacciono; non è nel loro stile inscenare simili gazzarre: sono soliti muoversi a passi felpati nei palazzi del Potere. Il governo Monti è passato alla fase due: agguantata l'Italia per la collottola - quando già oscillava sul bordo dell'abisso - dovrebbe, ora, farla crescere.
Farla crescere in che senso? Cosa intendono i "professori" quando parlano di crescita? Aumento della produttività: del lavoro e della spesa pubblica. Tanto per iniziare. Poi dell'occupazione, quindi, consequenzialmente, dei consumi, della produzione, delle esportazioni... 
Fior di tecnici, decine di esperti sono al lavoro; sembra di sentirlo ronzare questo Paese, nei rari momenti in cui cessano le urla, scema la gazzarra e qualche attimo di silenzio ci concede di riflettere: argomento per argomento e settore per settore.
Aumento della produttività del lavoro, dice Monti, sulla scia di quanto afferma Marchionne. Lavorare meglio e lavorare di più. Ora - su questo punto le nuove regole sono già state approvate dal Parlamento - anche lavorare più a lungo. Essere pagati meno nonchè licenziati in qualunque momento (la "giusta causa" cos'è? Il motto di un'associazione calcistica?) e riassunti alla bisogna. Ah, dimenticavo: con moneta, l'euro, il cui potere d'acquisto continua a ridursi a causa dell'inflazione, in un Paese i cui per legge è stata bandita ogni forma d’indicizzazione legata al costo della vita. (A esclusione dei poverissimi che non costituiranno un problema perché ce li toglierà dai piedi la fame!).
Sussurrare, dire, gridare, urlare fino a spolmonarsi che il "personale" è un costo sì, e quindi è da comprimere a livello aziendale, ma che dietro a quel costo ci sono Persone e quindi Vite che vanno in pezzi se non sono maneggiate con un po' di cura... è inutile. Non sono oggetti quelli che la catena di montaggio, i ritmi forsennati e i rischi sempre più elevati della vita in fabbrica fanno a pezzi; sono uomini, gli stessi che Landini definisce "rotti"... E lui, Landini, lo sa perché in mezzo a quegli uomini ci vive, li ascolta e il suo lavoro è difenderli. Perlomeno tentare di farlo.
Poi si potrebbe discutere sulla produttività della spesa pubblica, erosa dagli sprechi, dispersa nei mille rivoli della corruzione e delle ruberie… ma, a questo punto, sulla produttività, sullo sviluppo, sul profitto, sul mercato e infine sull'etica del denaro (che dovrebbe ridiventare mezzo per soddisfare bisogni) saremo/siamo costretti a confrontarci. Non soltanto in termini economico/finanziari.
Il dibattito incentrato sullo sfasamento tra progresso e sviluppo non è una novità, ma la tecnologia e la globalizzazione hanno cambiato il mondo imponendo tempi rapidi, rapidissimi, e acutezza nell'analisi dell'attuale crisi. Il capitalismo, grande obeso avido di profitti, deve/dovrebbe essere messo a dieta. Ma, come per ogni obeso che si rispetti, estirpandogli la voglia di cibo dal cervello e non soltanto scaraventando il frigorifero fuori dalla finestra.
Come si estirpa dalla testa di un corrotto l’avidità; come e, soprattutto, quanto tempo ci vuole, per trasformare un ladro in galantuomo?
A volte ho la sensazione che stiamo lottando per mantenere in vita un decerebrato. Forse siamo già morti e non ce ne siamo accorti. Forse siamo già "passato" e pensiamo di essere "presente". Penso che, con queste modalità, stiamo precludendo, soprattutto ai nostri figli, un futuro. 
Il Paese ha bisogno di regole, ma anche di passione. Morale e civile. Ha bisogno di tecnici, ma anche di politici.
Dove sono?
Come Schettino e i suoi ufficiali, scappati – non certo scivolati – su una scialuppa, guardano la nave Italia affondare, balbettando e mentendo come bambini sorpresi a rubare la marmellata.