giovedì 13 maggio 2010

Lacrime e sangue

L'Europa ha  mandato un segnale positivo, di  fraternité, ma in cambio di rigore: non invito ma ordine, secco e perentorio, dato a chi di dovere, a chi comanda, di finirla con la finanza allegra. Allo spettro del Welfare state, che già si aggirava, braccato e assediato, nelle contrade d' Europa a rievocare scelte di civiltà, un Eldorado statale intravisto e poi scomparso come un'illusione ottica, possiamo ormai dire addio per sempre.
Sul fatto che non si possa prescindere dal rigore siamo tutti d'accordo. Il problema che si presenta è un altro, al di là delle competenze tecniche alle quali attingere per uscire dalla crisi. Chi piangerà lacrime e sangue?
Io credo che una parte - consistente - del Paese non abbia più lacrime, e sangue sufficiente solo per tirare avanti.
Quando è stato introdotto l'euro, il costo richiesto al Paese per essere l'ultimo dei primi e non il primo degli ultimi non è ricaduto uniformemente su tutte le categorie sociali, ma ha spezzato il paese in due: salariati e stipendiati hanno visto ridursi , quasi dimezzarsi il potere d'acquisto dei loro salari e stipendi, mentre coloro che avevano beni al sole - le categorie più abbienti, i più ricchi - raddoppiavano il loro patrimonio. Fu incompetenza, lassismo o vera e propria scelta politica quella di non effettuare quei rigorosi controlli che altri Paesi europei misero in atto e che in Italia, a pochi mesi dall'introduzione della moneta unica, alterò il rapporto di cambio, creando questa situazione? Al danno si aggiunse quindi la beffa, o, più correttamente, l'ingiustizia, che andò a colpire una categoria già tartassata, quella che, visto il meccanismo di prelievo, obtorto collo virtuosa,  assicura allo Stato il gettito fiscale, convivendo con la restante parte del Paese che evade allegramente, salvandosi poi con condoni e accordi con la Pubblica Amministrazione.
 Quella stessa categoria che ha perso il lavoro, che spesso - data la struttura industriale del paese, costituita soprattutto da imprese di piccole dimensioni - non usufruisce nemmeno della Cig. Quella che, anche quando lavora, mentre nel Paese si susseguono denunce di sprechi e corruzione, non riesce ad arrivare alla quarta settimana...
Da un governo corrotto, incompetente, bugiardo e litigioso cosa possiamo aspettarci? La tutela di quali interessi? Legati a quali classi sociali? Se la scelta, non più procrastinabile, del rigore dovesse abbattere  quello che resta del welfare, tagliare le pensioni, incidere ulteriormente sulla qualità e quantità dei servizi, continuando a colpire le fasce sociali più deboli, cosa potrebbe succedere?
Non lo so. ma temo che non basterebbe la droga televisiva di stupidità giornaliera e quotidiano inganno,
nutrito di donnine ancheggianti, a "tenere calmi gli indigeni".
Cosa ne dice, Presidente?