venerdì 19 settembre 2008

AMAZZONIA ADDIO

Ho notizie da amici di ciò che sta accadendo in Amazzonia. Mi sono arrivate anche fotografie terribili ...gente massacrata, corpi violati, picchiati...
E, paradossalmente, non mi sento di mostrare questo orrore. Perchè?
Per rispetto verso questa povera gente, colpevole soltanto di aver tentato di sottrarsi allo sfruttamento e alla miseria? Certamente, ma anche perchè l'irrompere della violenza con il crudo realismo dell'immagine mi ha reso stridente il contrasto con il silenzio comodo e protetto della mia casa, la tazza di caffè sul tavolo, il computer aperto e il sole che sta tramontando colpendomi con sciabolate di luce che illuminano i miei colpevoli pensieri.
Scrivo, ma non so trovare le parole giuste, non riesco a essere sufficientemente incisiva. Se uno di quegli uomini massacrati fosse mio figlio? Allora sì urlerei, bestemmierei dando la stura alla disperazione alla rabbia, all'indignazione. L'Amazzonia è così lontana, ma non per depredarla, per abbattere e bruciare le sue foreste, mi suggerisce una voce, mentre lo sguardo mi cade sulla mia libreria che trabocca di libri. Carta, la mia casa è piena di fogli, appunti, giornali: carta, carta dappertutto
Se la morte è oscena, è altrettanto osceno chiudere gli occhi. Osceno e inutile perchè quelle immagini terribili le ho ormai in testa, mi gravano sull'anima.
Si può fare qualcosa? mi chiedo e vi chiedo.
Che cosa?

Capitalismo d'azzardo

" Un mercato speculativo può essere definito come un mercato in cui i prezzi si muovono reagendo a opinioni concernenti il movimento futuro dei prezzi, a differenza dei mercati normali in cui i prezzi si muovono reagendo a variazioni obiettive della domanda o dell'offerta di beni o servizi. Sotto questo aspetto un mercato speculativo è molto simile a una corsa di cavalli in relazione alla quale si ha un mercato delle scommesse. Quante più persone esprimono un'opinione su quale cavallo vincerà, tanto più basse saranno le quotazioni che otterranno dagli allibratori. Quindi saranno le opinioni e non l'oggettiva bravura del cavallo a muovere i prezzi. "

"Il 31 dicembre 1999 il secolo finirà, ma se non s'interviene per raffreddare e controllare la casa da gioco della finanza per la maggior parte delle persone le conseguenze del giocare a testa o croce con la vita della gente saranno diventate fin troppo chiare. Solo i partecipanti al gioco d'azzardo della finanza, che saranno sopravvissuti nelle grandi torri per uffici dei centri finanziari del mondo capitalistico, potranno alzare il bicchiere.
Per gli altri, il "secolo americano" si chiuderà dolorosamente e miserevolmente ".
Così concludeva il suo libro " Capitalismo d'azzardo" Susan Strange nel 1986