lunedì 12 marzo 2012

Storia di nebbie e acquitrini (Puntata n°2 - Terza parte)

Quando la porta si aprì, Gualtiero non si alzò. Rimase seduto alla sua scrivania, in attesa.
La donna sembrò ondeggiare, incerta, sulla soglia, quasi le forze l'avessero abbandonata. Notò che vestiva elegantemente e portava una cloche che le racchiudeva il volto, accentuandone il pallore. Per un istante si fissarono, poi, Gualtiero si alzò e le andò incontro, lentamente. Capì che sarebbero bastati un movimento falso, una parola di troppo per indurla a voltarsi e a  fuggire, spaventata come un passero su un ramo al solo stormire delle foglie. Ma tutto in Gualtiero, dai movimenti lenti e misurati, al tono della voce, alle spalle larghe e solide, comunicava sicurezza, e lei, la pallida, elegante signora, si decise a entrare. 
Lui la fece accomodare, poi passò dall'altra  parte della scrivania e, a sua volta, si sedette.
Il silenzio piombò su di loro.
Gualtiero le sorrise, benevolo.
"Non so se ho fatto bene a venire... " lei sussurrò, stropicciando tra le mai la borsetta ricamata.
"Lei sa, se è  qui, di avere fatto la scelta giusta"
"Non ne sono certa... "
Silenzio, come fiato sospeso, tra loro.
Ma Gualtiero non aveva fretta, i contadini no ne hanno mai, sanno aspettare che la frutta maturi al punto giusto, che il mosto si faccia vino, che le vacche si sgravino... 
"So che cercate una persona, un uomo... "
... che la vendetta di una donna tradita travalichi l'amore e ne faccia strame.
"Cerchiamo di proteggere la Patria da chi vorrebbe distruggerla" disse Gualtiero e, dopo una pausa studiata, aggiunse "siamo, pardon, sono, uno dei guardiani del nuovo Ordine, dello Stato moderno che il fascismo sta costruendo. Anche per lei e anche grazie al suo aiuto".
"Lo chiamano 'Professore'... " lei sussurrò senza badare alla tiritera dell'uomo davanti a lei.
Gualtiero sentì il sangue scorrergli più veloce nelle vene, ma rimase immobile, senza contrarre un solo muscolo.
Silenzio, di nuovo, e attesa.
Fu la donna a infrangerlo, parlando in fretta, quasi volesse sgravarsi di parole divenute per lei pietre.
"Non importa come l'ho conosciuto, è un uomo affascinante, ha una grande forza comunicativa, sa convincere - quasi sedurre - con le parole e... "
"Capisco" l'incoraggiò Gualtiero, notando che aveva una bella bocca, piccola e piena, rossa come una fragola di bosco, una bocca della quale il 'professore' doveva aver conosciuto la dolcezza...
La donna, ormai un fiume in piena, continuava a parlare, ma a Gualtiero interessavano due cose: nome, cognome e... nascondiglio. 
"Lei conosce il suo vero nome? "
"So che si chiama Pietro".
"Ma il cognome... ".
No, non lo so. Purtroppo! Non lo vedo da mesi... Sembra essere scomparso nel nulla!"
"Quando l'ha visto l'ultima volta?"
"A novembre: era un mercoledì, il 18 di novembre - lo ricordo perché è il giorno del mio compleanno - e lui mi portò un mazzo di fiori: rose, rose rosse... "
Era un uomo galante 'il Professore' o un uomo innamorato? - pensò Gualtiero, ascoltando attento.
"Fu una giornata bellissima... "
Ah le donne! Capaci di tutto per amore, per quel loro amore fatto di rose rosse e promesse. Capaci anche, di fronte a un tradimento, di trasformare l'amore in odio, come un vino buono in aceto da buttare  "
"Dove abitava?"
"Non lo so: mi  disse -allora - che non sarebbe stato prudente, nemmeno per me, conoscere il suo indirizzo".
"Ma dove vi vedevate?"
"In chiesa"
"In chiesa?" esclamò, sorpreso e vagamente divertito, Gualtiero, immaginandoli a baciarsi sotto gli occhi di un Cristo dolente.
"Che chiesa era?"
"Erano chiese diverse".
Era furbo il Professore, ma quell'amore - un lusso per un oppositore del Regime - gli sarebbe costato caro.
"Perché è venuta da me?"
"Sono una buona fascista!" rispose la donna  e, per un istante, sembrò credere anche lei alle sue parole, mentre Gualtiero prendeva appunti, pensando 'E' meno di quanto sperassi, ma l'esca è buona... E prima o poi il pesce abboccherà. E'  soltanto questione di tempo... Pazienza, ci vuole pazienza'
"Il suo nome?"
"Angela De Vecchi... Lei conosce mio padre" disse, esitante.
"Lei è la figlia di De Vecchi?" esclamò Gualtiero mentre uno strano sorriso, un ambiguo sorriso, gli sfiorava il volto massiccio.