domenica 4 marzo 2012

Domande e risposte

Ho passato la vita a pormi domande e ad arrovellarmi per dare delle risposte. E ci fu perfino un tempo in cui ebbi la sensazione, esaltante, di averne trovato alcune, anche se poche. Ma presto si rivelarono parziali, se non inesatte o decisamente sbagliate. E allora ricominciò il rovello dei pensieri...
Le ho cercate, e le cerco ancora, nei libri  che tappezzano le pareti di casa mia, le ho cercate negli occhi e nelle parole degli altri, nei tramonti che affogano nel mare, nelle albe che fanno esplodere la luce nel mondo ma non illuminano gli spazi chiusi, solitari, della mente.
Qual è l'origine delle domande? La curiosità da soddisfare, l'angoscia da calmare nell' illusione di esercitare un controllo sulla realtà che ci circonda? La disperata ricerca di sicurezza?
La religione (cattolica) ci sussurra "credi senza chiedere", invitandoci a gioire della nostra limitatezza; Mussolini, l'uomo forte, ci aggiunse "obbedisci" e, non pago, quel "combatti" ( che avrebbe eliminato, in un sol colpo, domande  e portatori delle stesse), consentendoci di demandandare ad altri la fatica, e la responsabilità, di dare risposte.
Ma le domande sono tenaci, non mollano così facilmente la presa, continuano, ineliminabili come le mosche o le zanzare estive - a ronzare. A ronzare. E quando ne afferri una tacitandola per sempre, ne arrivano altre. A sciami.
La scienza dà risposte concrete, frutto di sperimentazione... ma noi, piccoli bipedi, grandiosi nella nostra ottusità e nel rifiuto di accettarne i limiti, abbiamo bisogno anche di altre risposte, quelle che si elaborano negli spazi impalpabili delle emozioni, dei sentimenti che le suscitano, degli ideali che, dentro,  fiammeggiano. E allora è alla filosofia che ci rivolgiamo, senza disdegnare una capatina nello studio di Freud, che ha avuto la furbizia - a pagamento - di farci scoprire (?) l'inconscio, nel quale, bene o male, si può infilare di  tutto e di più.
Più assolutoria di tre Ave Maria, la psicanalisi può giustificare le nostre pulsioni peggiori dalle quali ci assolve relegandone l'origine in un "Giardino segreto" che, come il Paradiso, se c'è, non si vede: un miraggio, fatto balenare davanti agli occhi di un viaggiatore sperduto che partito a cercare La Risposta ha trovato solo La Domanda, e si è arreso sfinito dopo tanto camminare, scoprendo di essere arrivato... nel luogo da cui era partito.