domenica 14 giugno 2009

Televisione, amore mio

Le favole di tutti i paesi parlano di un pifferaio magico, di una malia che diventa mania collettiva e incanta, ipnotizza, rende dipendenti. Affidarsi è maledettamente comodo. Come credere alle favole. Le ultime elezioni – secondo i dati Censis – hanno visto il trionfo dell’informazione televisiva che ha determinato la scelta di voto del 69,3 per cento degli elettori, con percentuali ancora più alte tra i meno istruiti, le casalinghe e i pensionati.
Questo è il primo dato inquietante che emerge dall'analisi.
Tenendo conto dell’astensionismo elevato, delle schede annullate di fatto e di diritto (quelle sotto il 4 per cento) , una vittoria ottenuta con il 35 per cento del Paese mette anche in discussione il consenso plebiscitario del presidente del Consiglio.
Scoprendo inoltre che un quarto degli elettori si è formato un’opinione sui giornali, si comprende meglio l’accanimento contro la carta stampata, colpevole di rompere l’incanto, riportando la politica a quello che è, o dovrebbe essere: ponderazione, proposte, decisioni maggioritarie volte a risolvere i problemi del Paese.
C’è poi un irrilevante 2,3 per cento di elettori che si è informato su Internet: dato numericamente basso, ma greve. Si potrebbe dire: pochi ma buoni. La prudenza non è mai troppa e i nativi del web stanno crescendo, con cervelli diversi e telecomando incorporato nel pollice, incantati da melodie a base di bip, bip. E’ già in Parlamento un disegno di legge per zittire anche loro, anche se in questo campo l’ignoranza, anche informatica, dei politici, ci dà un vantaggio operativo.
Demonizzare la televisione è tempo sprecato: insegnare a coglierne le astuzie, mettendo a nudo il pifferaio, potrebbe rompere la malia, spezzare l’incanto. Chi potrebbe farlo? Secondo me la scuola, anche se questo corpo docente, poco pagato, frustrato e reso vagante e incerto dal precariato, è più che un esercito un’armata Brancaleone…ma le donne, che sono la struttura portante del corpo docente, sono abituate a cavarsela con poco. Se i docenti diventassero il cavallo di Troia della situazione?