giovedì 9 febbraio 2012

Storia di nebbie e acquitrini (Puntata n°21 - Seconda parte)

Come la Cenerentola  della quale tante volte a scuola aveva narrato la storia, Marilena fuggiva, lasciandosi alle spalle un mondo di cartapesta che non le apparteneva, che non aveva cercato né avrebbe voluto. La seguiva Gualtiero, in silenzio. 
L'autista del padrone di casa li attendeva, ossequioso. Attraversarono la città, a quell'ora quasi deserta. Buia. Si udiva soltanto ansimare il motore.
"Siamo arrivati; fermi dopo l'angolo".
Scesero. 
Marilena sentì che il marito bisbigliava qualcosa all'autista mentre lei varcava il portone di casa.
Entrarono nell'appartamento.
"Sono stanca morta, vado a dormire" disse Marilena.
"Non t'interessa saper cosa mi ha detto... "
Lei lo interruppe. Brusca.
"Che sei bravo? Che contano su di te?" mormorò, lasciando scivolare a terra la stola di piume di struzzo che cadde frusciando. Leggera.
Gualtiero le afferrò una spalla, lei si sottrasse.
"Ho mal di testa... " gli disse.
Lui l'agguantò, la strinse tra le braccia cogliendone il tepore, il profumo che le saliva dai capelli. Cercandole la bocca, ne incrociò lo sguardo, sprezzante. Il sapore di polvere della notte estiva sommerse ogni altro profumo. La odiò e si odiò per quel desiderio di lei che non conosceva soste, per quella debolezza che gli impediva di prendersela come una mela staccata dal ramo, con la forza. Si scostò senza staccare gli occhi dal suo viso. Lei abbassò lo sguardo per nascondere il sollievo, poi gli voltò le spalle e sparì in camera.
Basta che non se ne vada - pensò. 
Si avvicinò alla finestra e guardò fuori, lungo la strada deserta, rimuginando pensieroso.
"Non se e andrà, è come tutti gli altri che ho intorno: mi disprezzano, ma hanno bisogno di me, di qualcuno che faccia il lavoro sporco. Come in campagna, qualcuno deve spalare la merda" sussurrò appoggiando la fronte sul vetro della finestra per calmarsi, mentre un'ombra attraversava la notte e spariva subito dopo nell'oscurità.
"Qualcuno controlla i controllori" disse, di nuovo freddo, attento, prima di chiudere le imposte e andare a dormire.
(continua... )