venerdì 24 ottobre 2014

Scendi dalla cattedra, mamma, siamo a casa...

Le parole, che io amo molto, non sono sassolini, sono pietre. Mi sono confrontata con la parola "scelta" per tutto il santo giorno. Chi scegli? - mi sussurrava una voce. E io provavo a scegliere uno dei due, ma mi accorgevo che mi sarebbe mancato l'altro. Allora  tornavo sui miei passi e cambiavo, ma il senso di frustrazione persisteva e mi stava venendo il sospetto di essere "quella che non ha il coraggio di schierarsi, di fare delle scelte...".
E sì che io mi sono conquistata il diritto di scegliere pagando un prezzo alto, decisamente alto. La scelta costa cara, ma il diritto di scelta costa ancora di più.
Se ci viene imposto di esercitarlo casca il palco...
Vi è mai capitato di avere una coppia di amici che si è separata?. Le regole sociali (?) impongono una scelta: o lui o lei?. Ma se io volessi bene a entrambi? Se volessi conntinuare a frequentare sia l'uno che l'altro? Non andtrbbe bene, mi si dice, perché dovrei, DEVO, scegliere. 
DEVO scegliere... il migliore? e "buttare" il peggiore. MA mi piacciono entrambi, sono tutti e due, a modo loro, migliori. Sono solo DIVERSI. Ti sembra poco? Sinceramente sì, anzi mi sembrerebbe riduttiva una scelta che mi privasse delle qualità positive dell'uno o dell'altro. Non posso tenermeli entrambi?
Ingorda? Sì,  e... soddisfatta!!
Non prendiamo per nemici le ombre. Guardiamole bene: sono solo le nostre ombre...
A quest punto mio figlio mi direbbe, guardando critico l'ora: "Scendi dalla cattedra, mamma, siamo a casa".