sabato 23 giugno 2012

Mercato, amore mio

                                 I mercati? Cosa sono lo sappiamo, come funzionano un po' meno. A cosa devono l'attuale potenza? Su questo punto siamo in difficoltà. Erano, prima di tutto, luogo fisico d'incontro tra compratori e venditori di merci di vario tipo: merci che in quei luoghi si potevano esaminare, " toccare", annusare e, alla fine, dopo una più o meno lunga trattativa, acquistare, accordandosi sul prezzo, punto d'incontro tra domanda e offerta. Vi operavano i mercanti che non godevano di buona fama ("Via i mercanti dal tempio" è frase di biblica memoria). Erano loro, i mercanti, a portare la merce nelle piazze, a raccoglierla nei magazzini, conservandola nel tempo e nello spazio, scovandola in giro per il mondo, pagandola alla fonte meno, molto meno, del prezzo richiesto al consumatore finale... Eravamo in quella che oggi siamo soliti definire economia reale. Merce contro denaro in una serie infinita di scambi miranti a soddisfare il bisogno di beni, da quello elementare del cibo a quello ( di pochi privilegiati)  delle opere d'arte (bisogno, evolutosi in desiderio, di bellezza). Bisogni e desideri da soddisfare, ma anche da "suggerire". Compratori e venditori di mele, uova  e sogni... Il tutto mediato dal denaro che da bisogno si fa sogno, diventa la merce più ambita, la merce più desiderata, tanto da creare un mercato a lui dedicato , regolato da norme precise e complesse. Si chiamerà Borsa e si evolverà nel tempo, diventando strumento sempre più complesso al servizio di un desiderio che è parte fondante della caratterialità umana. Il Potere. 
                            Tornando alla mia domanda iniziale sul funzionamento dei mercati, qualunque "tecnico" sarà in grado, in maniera più o meno approfondita, di soddisfare la curiosità relativa alle loro problematiche d'uso, anche se complesse, anzi si parerà dietro questa complessità per non andare oltre. A dire cosa? A dire che i mercati sono la forma ultima e più evoluta che il Potere ha assunto. Per questo motivo è così difficile regolarli, contenerli, stabilire dei limiti. Infatti sono transnazionali, appaiono e scompaiono come le acque carsiche, se li cerchi non li trovi perché abitano spazi virtuali, vendono e comprano "carta" che rappresenta debiti, crediti, aspettative, speranze... Apparentemente invisibili, sono sempre presenti. Condizionano la vita di tutti noi, ci riducono in schiavitù, comandano senza averci chiesto il permesso di farlo.
                         Però, è necessario allungare lo sguardo, andare oltre ciò che appare, perché, come in una guerra di coppia combattuta all'ultimo sangue, l'oggetto del contendere non sono, come potrebbe sembrare, le regole ma, soprattutto, chi avrà il potere di stabilirle. Poi, una volta impugnato lo scettro del comando, il Potere emergente, quello finanziario, potrà anche decidere di essere magnanimo, elargendo non diritti, ma carità.
                    Dopo aver condizionato la politica, comprandola, ha sottomesso i cittadini con l'angoscia dell'euro, del debito pubblico, della cacciata dall'euro paradiso... per sviare la loro attenzione. Euro, marchi, lire, conchiglie, oro, sale o foglie di tabacco, fino a quando sono "moneta di scambio", non possono, da soli, distruggere l'economia di un Paese, né, a maggior ragione, il paese stesso. C'è un avvicendamento in atto al Potere che si serve dei mercati, ma con essi non s'identifica: non sempre, soltanto quando lo reputa necessario. Come si è servito  dello spread per scatenare la paura. Come si serve delle Agenzie di rating che, non dimentichiamolo, sono società private di emanazione bancario/finanziaria.  
                              "E' il mercato, bellezza" diceva qualcuno ma, in realtà, la voracità, il desiderio di guadagno non sono caratteristiche intrinseche del mercato, appartengono a coloro che del mercato si servono. Come strumento atto a conseguire il Potere.