martedì 6 gennaio 2009

Il cambiamento s'impone?

Nevica, quasi il cielo stanco della terra e dei suoi abitanti si fosse deciso a cancellarla, rendendola come un foglio bianco, pronto per essere riscritto. Qualche macchina passa impacciata dalle catene, o, esitando su pneumatici capaci di arpionarsi al terreno, scivola lasciando un'ombra fugace sui vetri della mia finestra Cielo e paesaggio si uniformano, ma non come a Trieste, la città che ho nel cuore, nelle tonalità squillanti dell'azzurro, bensì rendendo incerti i miei e gli altrui contorni.
Nebbia e neve mi deprimono.
L'anno nuovo cerca, senza riuscirci, di scrollarsi dal groppone annosi problemi. Mai come quest'anno la Befana è una vecchia oscena, con le calze - bucate - piene di carbone: lettere di licenziamento, debiti deflazione, recessione. Altro che balocchi e regali.
Perché la globalizzazione funziona a senso unico, propagando nel pianeta, a velocità supersonica, soltanto problemi, sfiducia e guai? Perché i comportamenti virtuosi sono così riservati, contenuti e poco inclini all'amicizia? Grandi, grandissimi snob. Elitari, si danno a piccole dosi.
Le disgrazie , oltre a essere sguaiate di per sé, si attaccano come le zecche e sono più infettive dall'aviaria.
Ho la netta sensazione che sarà necessario rimboccarsi le maniche e dare un colpo d'ala alla fantasia. In qualche modo si dovrà uscire dalla crisi? O siamo agli ultimi sussulti di un Occidente alle corde? Abbiamo pochi giovani, un tantino stantii, demotivati oppure no?
La mia generazione, che è venuta al mondo sotto le bombe, che è cresciuta succhiando il latte, avvelenato dalla paura delle madri, nei rifugi, è, comunque, venuta al mondo. Non ha dato grande prova di sé: tormentata, contestataria e ribelle, insofferente a limiti e steccati, ha contestato tutto per cambiare poco o nulla, confermando che viviamo nella terra dei gattopardi e che la rivoluzione, in questo paese, finisce sempre a tarallucci e vino.
E' stato un grande fuoco di paglia che ha lasciato braci sotto la cenere che si sono spente una a una. Si sono date per scontate troppe cose: i diritti delle donne, le sicurezze sindacali, la crescita intesa come sviluppo, sempre e comunque compatibile. Con un ambiente in grado di auto rigenerarsi, di rifornirci di energia a getto continuo.
E ora?
Ora si dovrà ricominciare: a chiedere un pubblico dibattito sull'Europa e a prendere posizione.
Sulla politica, sull'economia, sull'istruzione, sul lavoro, sulla giustizia. Su tutto! Stabilendo delle priorità.
Abbiamo la Costituzione più avanzata d'Europa, o, comunque, una delle più avanzate, scritta da uomini che affrontarono l'esilio e la prigionia per affermare le proprie idee e non rinunciare ai propri ideali.
Cerchiamo di evitare, come primo passo, che ci venga scippata e cerchiamo di capire in quale direzione stia andando la Costituzione europea. Impegno non da poco, soprattutto perché, su questo argomento perfino sul Web, si trova pochissimo.
Chiediamoci perché?
Buona Befana e buon lavoro a tutti.