sabato 2 ottobre 2010

Tolstoj in fuga da... ?

Com'é la vita con un genio? La vita minuta, quotidiana, quella che non conosce l'intrusione dei fotografi, la curiosità invadente del pubblico che ti osanna ma s'intrufola nel tuo privato.
In The Last Station di Michael Hoffman  il  regista prova a infrangere la barriera di cristallo che separa il privato di un grande artista come Tolstoj dallo sguardo del suo pubblico.
La moglie e i figli, tredici figli...  Di lei, Sofia, avevo saputo qualcosa leggendo qua e là, intuendone la caratterialità anche attraverso lo sguardo di una scrittrice femminista - tante, troppe, maternità, un marito vecchio e dispotico, quelle riscritture dei romanzi, fatte a a mano, a penna, tra biberon e culle... - che non mi aveva convinto. La finezza psicologica che caratterizza i personaggi femminili del grande scrittore nasceva solo dal suo genio? Oppure, mentre scriveva, la moglie commentava, chiedeva, approvava? Stregata da tanta genialità ma osando anche - magari mordicchiandosi il labbro pensosa  - esprimere i suoi dubbi su alcuni personaggi, soprattutto quelli femminili? E con quanta attenzione  Tolstoj l'avrà osservata, quali dialoghi gli avranno permesso di avere accesso all'intimità più profonda di una donna, esplorando l'anima della moglie?
Sofia e il marito sono colti e osservati dal regista nell'ultimo tratto del loro percorso di vita insieme: quella stazione finale, alla quale il titolo allude, è ormai a pochi passi ma l'intensità profonda che la comunicazione tra loro ha ormai acquisito, come quel tratto rosso che sottolinea la femminilità delle donne di di Shiele, fiammeggia, prorompe, tracima lasciando intuire la complessità di un amore /passione che può travolgere fino a diventare dipendenza relazionale, temuta  ma cercato, vissuta ma negata.
Il Grande Vecchio fuggirà nella notte, come un ladro, per affrontare la morte che sente alitargli sul collo ma alla quale non può abbandonarsi senza prima essersi staccato dal mondo, strappandosi di dosso Sofia che tra le sue braccia lo ingabbia,  incatenandolo alla vita, alla sua vita, quella che lei vuole per lui  o per lei e con lei...
Riporterà a casa solo il corpo del marito,  strappatole prima che dalla morte, da un ultimo necessario, nella evoluzione umana e artistica dello scrittore,  bisogno, nel tempo assurto a dignità di desiderio, di... libertà da ogni laccio: anche da quello, dolcissimo, dell'amore.