Mi sveglia il dolore, sì sempre "lui", quel bastardo. Proprio nel bel mezzo di un
sogno: correvo, io che cammino a stento, era un giorno d'estate, quella vera
con grilli e cicale… Mi affaccio alla finestra.
Piove? No, ma sembrano trasudare tristezza e freddo anche i pini, tutto è umido,
grigio… Ci vorrebbe un caffè caldo. Mi manca il brontolio della moka, mi
mancano tante cose. Ci vorrebbe un amico - canticchio… mentre accendo il pc.
Vado su Facebook Qui
l'amicizia è in offerta, quasi tutti i giorni. Anche oggi. M'informo sul nuovo
amico virtuale. Ho bisogno di un volto, due occhi che mi guardino, un sorriso.
Come si può diventare amici senza uno scambio di sguardi? Senza parole sì,
senza sguardi no! Parole, solo parole e…
fotografie, magari di trent'anni fa. Io ne ho appiccicata una che devo decidermi a togliere. E' fuorviante,
ritrae una donna giovane, carina che non esiste più, che forse non è mai
esistita. Il fatto è che sono una vera e propria capra a livello tecnologico e
togliere una fotografia dal pc non è come toglierla da un album. Dovrò chiedere
aiuto ai figli.
Eppure
io ho degli amici virtuali: pochi ma li
ho. Amici conquistati con le parole? No, piuttosto con la sincerità che mi ha
fatto scegliere quelle, proprio quelle parole. E, allora, caro amico virtuale,
diamo il via alle danze (si fa per dire perché solo danzai in quell'unica,
folgorante, indimenticabile estate), e cominciamo a conoscerci...