mercoledì 9 dicembre 2009

Tutti colpevoli, nessun colpevole

Monsieur le Président c'è una generazione, quella dei trentenni, che stretta tra illusione e delusione, impotente, sta invecchiando. Un lavoro, un figlio, una casa nascono nell'immaginario come sogni: se sono realizzabili diventano progetti, altrimenti... illusioni, chimere nelle quali ci si perde e sperde.
A vent'anni, si sogna, Monsieur le Président, a trenta si progetta e realizza.
A questi ragazzi qualcuno ha scippato i progetti, li ha, come "La Bella Addormentata nel Bosco" immobiizzati, bloccati in una gabbia laboritiana senza via d'uscita. Chi risponderà di questa strage? Chi salirà sul banco degli imputati a rispondere di questo massacro? La colpa è della globalizzazione che ha dirottato il lavoro nei Paesi dove salari e stipendi sono più bassi? Oppure è delle banche e delle società finanziarie che hanno introdotto i prodotti derivati innescando una crisi finanziaria senza precedenti? Ma non potrebbe essere addebitata ai governi dei Paesi occidentali che hanno smantellato la normativa di controllo dell'attività bancaria? Oppure, in ultima analisi, è del mercato e della sua ingordigia e... La colpa si spalma su un numero di soggetti sempre più ampio e immateriale: tutti colpevoli, nessun colpevole. E' un discorso che non le suona nuovo, Monsieur le Président, vero?
Lasciamo stare i colpevoli, urge pensare ai colpiti? Benissimo, qual è la ricetta sua e del suo governo per uscire dalla crisi? Lo Scudo Fiscale? Il Ponte sullo Stretto appaltato alla stessa società che ha costruito l'Ospedale de L'Aquila? Con la considerazione che si ricomincia a considerare i colpevoli, ma per premiarli. Chiudo! Con grande preoccupazione e tanta amarezza!

Monsieur le Président

Caro Presidente,
l'aria sa di neve e il cielo si prepara a dare una pennellata bianca a questo Paese, lercio come una casa da imbiancare. Ho visto i ragazzi, i quarantenni e i cinquantenni, e anche qualche vecchietto come me, sfilare e ho pensato alla primavera, ai bordi dei fossi orlati di viola. Avrei voluto essere a Roma a sentire quell'aria che pur non sapendo ancora di nuovo aveva già il profumo della speranza e il colpo d'ali della fantasia. Sarebbe troppo facile che lei, Presidente, se ne andasse con il suo codazzo portando con sé il berlusconismo, sarebbe troppo bello e troppo facile.
L'eredità che ci lascerà andandosene, perché comunque vadano le cose sono la Vita e la Storia che l'hanno superata lasciandola indietro ad arrancare, sarà come la mela avvelenata di Biancaneve: rossa e lustra verrà ancora morsa da molti... Ripristinare il rigore, la correttezza, isolare i furbetti, ridare lustro a una democrazia appannata e umiliata, ricominciare a informare potenziando i media e rispettandone le funzioni richiederà tempo e il ripristino di una scuola che ritrovi la sua anima e quindi la sua vocazione educativa perché non si forma senza educare. E già che ci siamo, cominciamo a scegliere programmi televisivi che abbiano anche una valenza culturale e che rispettino le donne ridando loro voce in tv, perché troppi hanno dimenticati in questi anni che le donne possiedono un cervello.
La manifestazione appena svolta mi ha dato un senso di appartenenza che oggi si nutre anche di speranza e progetti.
Questi ragazzi non sanno di stantio Monsieur le Président perché sono il Futuro e... fermarli sarà quindi impossibile. Tempo sprecato, Presidente.