mercoledì 9 dicembre 2009

Monsieur le Président

Caro Presidente,
l'aria sa di neve e il cielo si prepara a dare una pennellata bianca a questo Paese, lercio come una casa da imbiancare. Ho visto i ragazzi, i quarantenni e i cinquantenni, e anche qualche vecchietto come me, sfilare e ho pensato alla primavera, ai bordi dei fossi orlati di viola. Avrei voluto essere a Roma a sentire quell'aria che pur non sapendo ancora di nuovo aveva già il profumo della speranza e il colpo d'ali della fantasia. Sarebbe troppo facile che lei, Presidente, se ne andasse con il suo codazzo portando con sé il berlusconismo, sarebbe troppo bello e troppo facile.
L'eredità che ci lascerà andandosene, perché comunque vadano le cose sono la Vita e la Storia che l'hanno superata lasciandola indietro ad arrancare, sarà come la mela avvelenata di Biancaneve: rossa e lustra verrà ancora morsa da molti... Ripristinare il rigore, la correttezza, isolare i furbetti, ridare lustro a una democrazia appannata e umiliata, ricominciare a informare potenziando i media e rispettandone le funzioni richiederà tempo e il ripristino di una scuola che ritrovi la sua anima e quindi la sua vocazione educativa perché non si forma senza educare. E già che ci siamo, cominciamo a scegliere programmi televisivi che abbiano anche una valenza culturale e che rispettino le donne ridando loro voce in tv, perché troppi hanno dimenticati in questi anni che le donne possiedono un cervello.
La manifestazione appena svolta mi ha dato un senso di appartenenza che oggi si nutre anche di speranza e progetti.
Questi ragazzi non sanno di stantio Monsieur le Président perché sono il Futuro e... fermarli sarà quindi impossibile. Tempo sprecato, Presidente.

2 commenti:

  1. io spero che il lungo, necessario, cammino per tornare ad un Paese decente inizi presto: ce lo meritiamo, molte sono le forze oneste e le persone perbene che abbiamo in giro. Bisognerebbe trovare il collante giusto, quello che ci rimetta tutti insieme per ripartire!

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  2. Il collante giusto? Un lavoro, un figlio, una casa erano progetti, ora sono sogni e i sogni irrealizzabili diventano illusioni.
    Una generazione, quella dei trentenni sta invecchiando tra illusione e delusione e non per sua responsabilità. Come uscirne?

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