mercoledì 17 luglio 2013

D'amore non si muore, di rabbia sì

Concita De Gregorio ha scritto Io vi maledico, un libro sulla rabbia, sulle radici di questo sentimento.
Ha cercato gli "arrabbiati" di questo nostro Paese, ha parlato con loro, li ha ascoltati, soprattutto. Ne ha trovati tanti. Troppi. Un Paese inferocito.
Sentimento complesso la rabbia. Sentimento la cui manifestazione si differenzia, nettamente, per genere. Un uomo che allunga un pugno su un muro accompagnandolo con una bestemmia, può incutere paura, ma non provoca il riso. E' considerata, a livello sociale, un'espressione - un  po' criticabile - di virilità. La rabbia manifestata da una donna è tutta un'altra cosa. Alle donne viene insegnato, e l'addestramento inizia nell'infanzia, a non manifestare la rabbia, a controllarla. Le donne della mia generazione sono state educate cosi; poi è arrivato il '68 e la rabbia è venuta a galla... Non sapevamo nemmeno di essere arrabbiate, pensavamo che quel malessere più o meno profondo che ci sentivamo addosso fosse malinconia, delusione, tristezza o, nei casi più gravi, depressione. Il medico di famiglia ci spiegava che la depressione era una tristezza profonda ma non motivata. E così alla depressione si aggiungeva il senso di colpa, la sensazione di essere delle "donnette", instabili "per natura", un po' invidiose. Perfino del pene.
La rabbia è un sentimento forte che induce alla ribellione, e per questo motivo fa paura. Soffocata, ingoiata, non espressa, avvelena anima e corpo, come e peggio di un rifiuto tossico. La depressione femminile si alimentava, e si alimenta, di rabbia, di sacrosanta, comprensibile rabbia. La rabbia dei più deboli, di chi è o si sente impotente, di  chi è costretto a subire. Quando esplode è contagiosa. Scatta, violenta, davanti all'ingiustizia.
E' il sentimento che ci fa capire che la nostra capacità di sopportazione è esaurita. Se scoppia per motivi apparentemente banali, forse non abbiamo indagato abbastanza sui motivi, sulle radici della rabbia; quando sfocia in tragedia può rassicurarci definirla rabbia, ma potrebbe essere vendetta, punizione... Un amante deluso non uccide per rabbia, alla base del fenomeno atroce del femminicidio c'è ben altro.
Se e quando si evolve in indignazione si nobilita, diventa sentimento civile, adulto.
Forse è questo il salto di qualità che, nel nostro Paese, la rabbia deve ancora compiere. 
Forse...