sabato 26 febbraio 2011

E finalmente pianse

E finalmente pianse
tutte le lacrime
ingoiate, 
dal vento raggelate,
da fasulli moscerini  
giustificate,
a volte
nella gabbia del rancore
rinserrate 



Lacrime soffocate
in notti solitarie
su cuscini freschi di bucato
a celar debolezze
mai mostrate


Lacrime di donna
come fiele
amare, 
come viaggiatori nel deserto
sperse


Esplose,
come urlo,
come bomba a orologeria.
Attentato al silenzio,
alla forza
che la debolezza richiede

domenica 20 febbraio 2011

Sogno o son desta?

Due film, Avatar di James Cameron e Inception di Christopher Nolan, mi fanno riflettere... Entrambi, pur nella loro evidente diversità, si muovono sul crinale esiguo che separa il sogno dalla realtà. E che cos'è il sogno se non una delle più comuni  - ma non per questo meno potenti - espressioni delle potenzialità del cervello?
L'uomo sogna a occhi aperti - lo sappiamo - ma in virtù della capacità di sognare acquisita sprofondando nel sonno, sonno che gli concede l'accesso, da quando viene al mondo -  sembra si sogni anche nel ventre materno -, a questa impalpabile ma potente dimensione del fantastico.
Penso che la visione onirica, prima che desiderio, sia bisogno, profondo e ineludibile, dell'uomo costretto in una vita ritmata dall'alternanza degli opposti. Il soldato in guerra sogna la pace, il malato in corsia la guarigione e l'emozione che tiene in vita i sogni è la speranza. Senza la speranza che il sogno si avveri, vivere diventerebbe difficile.
Il cinema, fabbrica di sogni, grazie a una tecnologia sempre più evoluta si avvicina ai sogni più deliranti, quelli nei quali le emozioni si scatenano, le sensazioni fisiche si esaltani, i confini - qualunque confine - saltano e l'essere umano vola, piroetta, muore e rinasce, alzando il velo sull'inconscio che il  sogno gli concede di esplorare.
Non ci sono più terre inesplorate nel mondo fisico, ma per quanto riguarda il cervello siamo alle prime scoperte, e, come Cristoforo Colombo appena scoperta l'America, possiamo avere la certezza che non si tratti delle Indie?
Scienza, tecnologia ed emozioni sono gli Alisei che ci fanno andare, vento in poppa, verso nuovi confini, mentre la sensibilità che rende acuto l'occhio di un artista fa baluginare una prospettiva di futuro che è fantastica perché non realizzata, o non realizzabile?
Di certo è che il confine tra mondo reale e immaginario, sulla scia di una realtà virtuale sempre più potente e invasiva, si fa labile aprendo la strada a qualcosa di nuovo... e inimmaginabile.
E se la dimensione onirica fosse quella reale e la vita di ogni giorno una sorta di incubo kafkiano? Se invece di curare il corpo malato la medicina del futuro, manipolando il cervello, ci portasse in un mondo dove la vita fosse pensata, non vissuta e la malattia, ridotta a pensiero molesto, potesse essere eliminata, scacciata dalla mente, così come si allontana dal viso con un gesto della mano una mosca inopportuna?
E i giovani, più vicini al futuro degli anziani, in questo loro privilegiare la fuga dalla realtà, in questo desiderio di stordimento che li porti oltre, sono i nuovi esploratori partiti alla ricerca dell'ignoto, o ragazzi che si sono persi scordando il contatto con la realtà?

domenica 6 febbraio 2011

Non solo bunga, bunga

Dove sta andando questo Paese? Ha una direzione di marcia o sta semplicemente girando su se stesso, in attesa? In attesa di che cosa? Forse servirebbe un minuto, o un giorno o un anno, di silenzio. Azzerare l'audio e spalancare gli occhi; poi riflettere. Berlusconi finito - e non da oggi -,  è uno zombie che la Storia sta trascinando con sé: é una balena ferita a morte attorniata da pescecani che si cibano voracemente dei suoi resti perché ancora colma di sé, del suo nome e dei suoi soldi, la bocca e il ventre della classe politica che lo circonda. Alibi vivente a giustificazione del non fare, non decidere, non assumersi responsabilità, meno male che Silvio c'é.
Fini e Bocchino, se non dovessero occuparsi di lui, dovrebbero rispondere al Paese asssumendosi la responsabilità del disastro a cui stiamo assistendo, frutto di scelte politiche che hanno pienamente condiviso con il Premier. L'opposizione dovrebbe analizzare le ragioni della sua inconsistenza politica invece di rimarcare il bunga, bunga e la gente, i cittadini, invece di aspettare la nuova puntata della telenovela che ci viene propinata, dovrebbe farsi un esame di coscienza: sulle scelte politiche fatte, sull'astensionismo elettorale, sulla propria inconsistenza civica.
La forza di Berlusconi si è alimentata, ha trovato la linfa per crescere nel Paese che, evidentemente, è cresciuto poco sotto il profilo democratico. Anche negli anni del miracolo economico, del PIL che saliva, gli italici difetti - che tutti conosciamo - mimetizzati dietro a un benessere che aveva steso una pennellata bianca a nascondere le magagne, sono rimasti quelli di sempre, abilmente smascherati da parole, tante, troppe parole gonfie di retorica e false, soprattutto false.
Quanti furono i partigiani? Quanti i politici che si opposero veramente al fascismo, pagando un prezzo personale altissimo, se rapportati ale folle oceaniche stipate nelle piazze ad applaudire il Duce? Quante le persone di sinistra per scelta ideologica e non perchè in certi anni diventò di moda riempirsi la bocca di certe affermazioni?
Di Berlusconi penso ciò che pensai tanti anni fa quando a Milano apparvero sulle fiancate degli autobus le scritte "Foooza Italia" e la curiosità mi indusse a informarmi sul personaggio che stava dietro a quella iniziativa,  che avrebbe portato alla istituzione di un nuovo movimento, scoprendone i primi imbrogli. Quindi nessuna sorpresa mi ha colta davanti alle ultime performance del Premier, ma è su chi improvvisamente ne coglie - oggi - i limiti e l'incapacità di governare che mi scopro diffidente. Non vorrei che tra qualche mese non si trovasse più un berlusconiano come dopo il '45  scomparvero i fascisti.
Il nostro è un popolo molto abile a cambiare divisa, forse perché al riparo di una divisa è sufficiente obbedire agli ordini, senza assumersi responsabilità? Anche se mi auguro che rapidamente, quanto più rapidamente sia possibile, Berlusconi scpmpaia dalla scena politica, non posso non notare con preoccupazione che un Paese diverso dal nostro avrebbe bloccato all'entrata in politica un simile personaggio. Perché da noi non è successo? E' su queste motivazioni che dovremmo incominciare a fare chiarezza, non sul buga, bunga di cui già si occupa la Magistratura. E su questo punto che le responsabilità, collettive e non di un solo personaggio, risultano difficili da affrontare e anche dolorose, ma a mio avviso ineludibili.