sabato 16 aprile 2011

L'abito buono nell'armadio

La vita quotidiana era scomoda, si rammendavano i calzini, si lavava a mano - soltanto le famiglie abbienti avevano una lavandaia - le camicie venivano vendute con i colletti di ricambio e gli impiegati indossavano le mezze maniche. Nell'armadio, conservato con cura, spazzolato e stirato, c'era l'abito buono, da usarsi soltanto la domenica, o quando si andava a parlare con il direttore della banca o il notaio. I ruoli erano rigidi, codificati: gli uomini al lavoro, fuori nel mondo, le donne a casa a occuparsi della famiglia. Come prima della guerra? Come se nulla fosse accaduto, come se lo squarcio di tante, troppe vite, le urla, il terrore...  non avessero più voce, non esistessero nemmeno nei ricordi.
La guerra, come l'amore, è qualcosa di estremo, di sconvolgente: è uno tsunami che tutto travolge, che obbliga a ricominciare, a ricostruire tutto di nuovo, con criteri diversi. Forse perché è il "fondo", il punto estremo che deve essere raggiunto quando la condizione di invivibilità che si sta sopportando non concede altre scelte. Fa parte dell'umana natura; ha travagliato da sempre la Storia, è sorella siamese del Potere di cui sembra costituire il presupposto ineliminabile. Spesso è stata fatta in nome di Dio (non è raro che i poteri si coalizzino per cambiare le regole del mondo a proprio favore!).
Il bipede usa pugno e carezza, con la stessa abilità... ma la tecnologia che ha reso potente il pugno, non solo non ha migliorato la carezza, ma l'ha indebolita, rintanandola in un angolo, irridendola come sdolcineria superata dai tempi. Le parole di Gino Strada, pronunciate durante la trasmissione di Fazio a Che tempo che fa ,la sua ferrea convinzione che la guerra debba e possa essere sradicata dal mondo come una mala pianta, mi hanno fatto riflettere: non su quel "debba", ma su quel "possa". Sento ripetere che la nostra società è priva di valori e spesso l'ho affermato anch'io, ma è necessario intendersi sul concetto di valore. La verginità non è più un valore (almeno nella nostra società). Ad esempio. E la fedeltà (nei rapporti affettivi) la sta seguendo a ruota, come valore che può essere scelto ma non deve essere imposto. I valori mutano, cambiano, la società ne inventa di nuovi, ma ciò che li fa veleggiare alti nel cielo è, forse, la loro condivisione da parte della maggioranza delle persone. L'etica sa negarsi alle lusinghe del mondo; la morale si vende, soprattutto se il prezzo sale. E il denaro, non più mezzo qual è, è diventato valore: il più importante.
Si dice "Il denaro non dà la felicità"... , ma assicura il potere - mormora qualcuno. E la tecnologia, la televisione insegna, fa diventare i ricchi belli, bravi, buoni ed eternamente giovani.
(continua... )