domenica 11 dicembre 2011

Landini e gli uomini rotti

Maurizio Landini, ospite ieri sera di Fabio Fazio  a 'Che tempo che fa', è un fiume in piena: teso, pallido, cerca di sfruttare al meglio quei pochi minuti di esposizione televisiva che gli vengono concessi per far passare soprattutto un messaggio, quello che più gli sta a cuore, quello che ritene fondamentale... Altro che esperti che conciliano, calibrandoli, sviluppo, equità e politica di bilancio!

Quello in carica, lungi dall'essere un governo tecnico, sta facendo e ha fatto scelte squisitamente politiche, improntate saldamente al principio che la crisi, nel segno della continuità, debba essere pagata quasi esclusivamente dalla classe media e medio bassa. Landini lo sa (lo ha capito e temuto fin dall'inizio), lui, che al vertice della Fiom percepisce poco più di duemila euro di stipendio al mese e dirige un sindacato che si mantiene con i contributi dei lavoratori metalmeccanici: quei lavoratori sui quali la Fiat ha scaricato - in buona parte - la responsabilità della crisi che la travaglia.
"Beco e bastona' " avrebbe detto mia nonna che, quanto a sintesi, non aveva rivali.

La Fiat è in crisi perché non fa investimenti, perché non c'è innovazione né di prodotto, né di tecniche di vendita. La Fiat non ha più voglia di produrre in Italia perché produrre altrove le costa meno, le permette di ottenere finanziamenti che in Italia non potrebbe (più) avere. Questi  sono i problemi veri che andrebbero affrontati, ma risulta molto più facile tagliare il costo del lavoro, tout court, non indicizzare gli  stipendi, ingabbiare alle catene di montaggio - ancora per anni   - quelli che Landini ha chiamato 'uomini rotti', usando parole che non mi fanno piangere - come farebbe qualche ministro di buon cuore - ma mi impietriscono dentro.Me li vedo questi uomini, inquartati dagli anni, stanchi, mortalmente stanchi, che non possono caricarsi sulle spalle altri sacrifici... sono muli che hanno fatto solo questo, ogni giorno, per venti, trenta o quarant'anni...
Tanto varrebbe ammazzarli, sarebbe più misericordioso, ma sarebbe decisamente ingiusto.

Marchionne si diverte a svegliarsi all'alba al suono degli uccelli e a sciropparsi 18 ore al giorno di lavoro? C...i suoi, ognuno si diverte come vuole. Ma imporre a un intero Paese questi ritmi, tagliando, in aggiunta, stipendi e salari, motivando tali scelte frettolosissime con l'urgenza dettata dai comportamenti dei mercati finanziari, attuando una politica distributiva del reddito iniqua, relegando in soffitta libertà sindacali che sono state pagate a caro, carissimo, prezzo da chi ci ha preceduto...

Eh no!, Landini non ci sta, ha negli occhi e nel cuore quegli uomini rotti, lo loro disperazione spesso muta, la loro rabbia impotente... Sono uomini che vede tutti i giorni, con i quali parla, ai quali può promettere soltanto che continuerà a lottare: per un Paese che non è così povero come vogliono farci credere. E' soprattutto ingiusto, sempre più insopportabilmente e intollerabilmente ingiusto!