venerdì 2 ottobre 2009

Libertà individuale e collettiva

La libertà sembra dovuta, come l'aria... eppure se ci pensiamo non ci viene consegnata su un piatto d'argento, ce la conquistiamo, come individui e come popolo, con il sudore e, spesso, il sangue. Consentendo la scelta, non è disgiunta dalla responsabilità della quale è gemella siamese. Per questo ai bambini la concediamo a gocce, a spizzico, consci che una botta di libertà può ubriacare più di una bottiglia di grappa bevuta a collo. La libertà individuale la strappiamo ai genitori con la foga, la forza, l'irruente presunzione dei vent'anni, ma è fondamentale averla introiettata, assimilata, averne fatto carne della propria carne e sangue del proprio sangue, per potere scegliere esprimendo desideri. Altrimenti si vivrà ingabbiati nei bisogni, dovendo, non volendo e quindi subendo. La libertà fa piazza pulita dei bisogni spalancando l'orizzonte sconfinato di desideri. Una donna libera sceglierà sulla base delle affinità il proprio compagno, non sposerà mai un uomo per "salvarlo" o "salvarsi", ma per condividere con lui esperienze e tempo.
Una donna libera non amerà mai "troppo", non avrà "bisogno" di un uomo...
"La libertà è una gran balla se non te la mettono subito in spalla", diceva nonna Angela che, in quel paesino sperduto dell'Istria dov'era nata, aveva dovuto conquistarla a carissimo prezzo. Il cammino che ci rende individualmente liberi è arduo, difficile, è una scalata verso cime inviolabili che sfidano il cielo. Una volta conquistata, per chi ha la fortuna di arrivare alla vetta, va difesa ogni giorno, ogni ora. Perché, più del denaro, ingolosisce e qualcuno, anche chi amiamo di più come il nostro uomo o i nostri figli, cercherà sempre di sottrarcela. Un figlio bambino ci strapperà un libro dalle mani, quando leggiamo, la cornetta del telefono, quando parliamo con un'amica o la penna vedendoci assorte su un foglio. Sono tanti e agguerriti i nemici della libertà: il senso di colpa, il perfezionismo, la paura, le abitudini, l'attaccamento agli oggetti, l'avidità. Un popolo di individui liberi è libero?
Non è così lineare e mi sentirei di rispondere negativamente.
A mie figlie bambine raccomandavo sempre di perseguire due obiettivi, per essere libere: cultura e sicurezza economica. Scuola e lavoro."Fotti il potere, studia", ho letto sul muro di una casa a a Milano ... L'ignoranza ci consegna, acriticamente, nelle mani di chi sa, e la dipendenza economica, ad esempio dal marito, crea una disparità di potere foriera di dipendenze ben più pesanti come quella relazionale. Ma a questo punto la conquista della libertà individuale entra in rotta di collisione con le libertà collettive di un popolo e il discorso si fa duro. Difficile. Gli uomini "liberi" nel Ventennio fascista vennero uccisi, imprigionati o costretti a fuggire all'estero. Quale sia la situazione nel nostro Paese in questo momento è sotto gli occhi di tutti: la scuola regge ancora per l'impegno individuale di tanti insegnanti che nonostante i tagli, gli stipendi da fame, le difficoltà di una professione che si fa sempre più ardua, continuano a reggere la baracca. Sul mondo del lavoro è sufficiente leggere gli ultimi dati sulla disoccupazione per precipitare nell'orrore.
La nostra giovane e inesperta democrazia, conquistata con un bagno di sangue soltanto da qualche decennio, va difesa e tutelata ogni giorno, senza mai abbassare la guardia, ognuno con i mezzi che possiede: perché è all'ombra delle libertà collettive di un popolo che può svilupparsi e formarsi la libertà degli individui.

Donne e potere

Annozero mi rigurgita dentro invadendo anche i miei sogni e trasformandoli, verso mattino, in incubi. Chissà perché mi vengono in mente Claretta Petacci e Rachele Mussolini nonché l'oggetto del contendere: lui, il Duce. Donna Rachele, in linea con i tempi, scelse di tacere per salvare la famiglia. Scelse di subire in silenzio l'oltraggio di quei tradimenti, vide morire un figlio e condannare a morte il padre dei suoi nipoti...Claretta scelse di morire con il Duce.
La D'Addario fa un po' di conti e sceglie di fare la escort: diletto del nuovo Duce in cambio di denaro? Quello può guadagnarlo anche con uomini meno potenti. Lei vuole di più: solo trovare una scorciatoia per ottenere i permessi necessari alla costruzione del suo complesso residenziale? O anche entrare in politica e ottenere prestigio e potere? Veronica Lario, la moglie di Berlusconi non tace, e a un certo punto non sopporta più. Scrive ai giornali e scatena la crisi: il Duce è nudo!
Ieri sera ad Annozero le donne c'erano: assurte al ruolo di protagoniste del potere, illuse di esserlo o comprimarie sfocate e ininfluenti? La escort usa ciò che la natura generosamente le ha dato - e fino qui nulla di nuovo sotto il sole - ma pensa bene anche di registrare la notte di passione e di assicurarsi delle prove. Si trova tra le mani un cliente potente, potentissimo, che le promette mari e monti. Forse ha paura? Forse pensa di sfruttare al meglio la situazione? Forse si monta la testa? Cosa vuole? Potere: quello con la pi maiuscola che la politica può dare? Quindi quando l'altra donna - Veronica la moglie - squarcia il velo dell'ipocrisia e denuncia pubblicamente la frequentazione di minorenni da parte del marito, lei non copre il maturo spasimante, ma racconta tutto e consegna ai magistrati le registrazioni. In trasmissione viene letteralmente massacrata da un Belpietro che del potere rappresenta la faccia più indisponente e squallida, ma nota. Sbaglia lei parlando di dignità perché - poco esperta nei sottili giochi del potere - pensa di poterla mantenere la dignità, almeno uno straccetto di dignità. Ma ogni gioco ha le sue regole: questa donna l'ha ceduta in cambio di denaro e favori, senza ancora sapere che i potenti, spesso, la perdono per strada perché il potere richiede compromessi e la dignità fa a pugni con i compromessi. Avrà tempo d'impararlo, sempre che questo potere al quale ambisce non la stritoli prima.
Veronica, la moglie tradita, si è ribellata: la legge sul divorzio glielo consente, ma per trent'anni non ha visto, né intuito nulla? E, nel momento in cui ha deciso di parlare, lo ha fatto con una lettera ai giornali? Perché questa modalità? Seguita dall'attuale impenetrabile muro di silenzio. A cosa è dovuto questo tardivo rigurgito di dignità offesa? Qual é il messaggio che ha voluto mandare al potente marito? Forse, con la complicità dell'alcova condivisa, é a conoscenza di qualche segreto... La signora che, a differenza della D'Addario, ha consulenti di ottimo livello che il cospicuo patrimonio del marito le assicura, si muove con maggior scaltrezza.
Le giornaliste presenti fanno il loro lavoro e guardano, un po' sorprese, le due giovani donne che, tra il pubblico, sono invitate a parlare. Ringhiano entrambe: la femminista e la sfegatata ammiratrice nonché giovane militante del Pdl. Sono cresciute in una società che privilegia lo scontro rispetto al confronto, inchiodate davanti a una TV teatro di risse, oscenità e volgarità, che le ha tirate su bene: sanno parlarsi addosso, alzare la voce e non dare spazio all'interlocutore. Non sono certo la punta di diamante dell'intellighenzia femminile. Direi piuttosto il ventre molle.
Le nuove leggi varate negli ultimi decenni tutelano oggi la donna, dando chance alle mogli oltraggiate che Donna Rachele non aveva. Ma quale uso fa l'altra metà del cielo di questa che, pur con i suoi limiti, è una libertà di scelta?
Non affiora tra le donne presenti nemmeno un barlume di complicità. Moglie e amante si coalizzano soltanto nei film americani e con modalità macchiettistiche. Prevale la gara per la conquista dell'uomo di successo alla messa in atto di strategie per ottenere il successo, e i giochi di potere, appena abboozzati, maldestramente ricalcano quelli maschili.
Copiare le stantie logiche del potere, appannaggio dei maschi,come troppe donne sembrano fare, sarebbe l'ultimo errore da compiere.
Io credo che la voce delle donne possa e debba essere un'altra, quella che il silenzio attualmente copre, quella che non ha ancora trovato il giusto timbro ma che, ne sono sicura, lo sta cercando, lontano, il più lontano possibile dalle stanze e dalle modalità del potere. del potere.