mercoledì 13 maggio 2009

I giovani

Non guardava quasi più la televisione, ma la temperatura finalmente mite e le giornate interminabili, che precedono il solstizio d’estate, non invitavano al sonno. Così aveva visto un film; tutti giovani: attori, regista e autore del libro da cui il film era stato tratto.
La macchina da presa che inseguiva il protagonista nei suoi spostamenti mentre attraversava l'oceano per tornare a casa dagli Stati Uniti, o, angustiato dal desiderio di un corpo perfetto, sudava in palestra, o, burattinaio mosso da un puparo impazzito, si dimenavano nello spazio esasperato di luci e suoni delle discoteche. Le bustine di “roba” che passavano come zucchero per un caffé, l’amore che si faceva dove capitava: in un gabinetto, su una spiaggia, in camera sapendo che papà sarebbe potuto essere di ritorno a minuti... mentre, circondato da un mondo giovanile fatto in serie, saliva e scendeva da robanti bolidi a due ruote, dalla macchina (dei genitori)in mezzo a selezioni per veline, feste e sfide in moto, tutto di corsa, tutto “toccata e fuga”.
L’impressione che ne ricavava lo spettatore era che fosse bandito il pensiero come riflessione, come spazio di colloquio con se stessi per capire e capirsi, tramite un movimentismo frenetico, incapace però di contenere le paure, il dolore delle perdite, l’inutilità di alcune esperienze. Il tutto mentre mamma e papà coprivano le spalle, alzando un muro fin che fossero stati in grado di farlo, a difesa dei loro cuccioli, mossi dall’imperativo categorico che la vita, quella “vera”, non dovesse sfiorarli.
La realtà anche se esasperata e radicalizzata dalla finzione cinematografica le mostrava una gioventù incapace di sognare, di abbandonarsi ai sogni modesti come alle grandi speranze di cambiamento che avevano accompagnato la sua generazione. Un mondo brutto, sporco e cattivo: insolente nel mostrarsi - c’è sempre un monitor, enorme o minuscolo che sia, a inseguire e fotografare o mimare la realtà - assolutamente privo di pudore. La dimensione onirica e personale del sogno non aveva più senso. Volendo “evadere” avevano un mondo alternativo preconfezionato nel quale immergersi in qualunque momento.
Il film, nel suo mostrare stereotipi giovanili stantii, risultava banale anche se a lei qualche spunto per riflettere l'aveva dato, come la valenza assunta dallo "spettacolo", diventato così importante, e addirittura oggetto di desiderio per migliaia di ragazzi riuscire a entrare in quel mondo che gli ruotava intorno. Dalle maschere carnevalesche nelle calli di Venezia, allo sport, alla morte in diretta, al primo attacco che dava il via a una guerra: su due binari paralleli, che a volte paradossalmente sembravano sfiorarsi, scorrevano la vita vera, con la sua opacità, e la vita fasulla, scintillante di colori e di luci. In questo luna park i più fragili, storditi da imbonitori da strapazzo, destinati a perdere il senso della realtà, a cosa sarebbero andati incontro? I sogni preconfezionati si sarebbero tinti di nero, diventando incubo, strage del sabato sera o risveglio sulla barella di un Pronto Soccorso.
Non per tutti, che ben più variegata e complessa era la realtà del mondo giovanile che, al di là del ritrovarsi in palestra o in discoteca e vivere immersi in una una cultura dello "sballo", sapeva anche esprimere la speranza, la critica, l'umorismo e l'intelligenza dei giovani che contattava su internet e che si andavano differenziando in una diversità difficile da inquadrare in schemi rigidi. Forse c'era chi i giovani li avrebbe voluti così ma, nonostante tutto, si stavano difendendo bene e proprio tra loro in un campione magari non rappresentativo il cambiamento della società stava, probabilmente, già preparandosi, in barba agli stereotipi e al bisogno dominante di sicurezza che stava alla base delle generalizzazioni nonché ai sicuri guadagni che il filone a cui il film apparteneva poteva assicurare.
Chi sceglieva i film da programmare? E in base a quali criteri?
E sulla base di quali obiettivi da conseguire? Epater les bourgeois? Mettere una contro l'altra le generazioni? Queste sarebbero state alcune delle domande corrette da porsi, ma certamente le risposte non avrebbe potuto trovarle lì.