mercoledì 17 febbraio 2010

Creatura d'acqua (racconto a puntate)

Quanto tempo era passato da quel volo, per un istante perfetto e incredibilmente appagante, a quella finestra murata di sbarre, ai mugolii, alle urla, allo stridere delle chiavi che la chiudevano in gabbia? L'aveva salvata un gondoliere, riacciuffandola per i capelli e tirandola su dall'acqua del canale, e lei aveva pensato fosse l'arcangelo Gabriele, tanto era biondo e bello, ma solo fino a quando in dialetto veneziano le aveva borbottato "Ma cossa te 'a fato, porca malora?"
Ogni tanto al manicomio arrivava in visita sua madre con dietro suo padre, impacciato, il basco tra le mani callose di operaio e lo sguardo a terra, fisso sul pavimento. Soltanto quando un urlo più forte, lacerante come la sirena di un'ambulanza, invadeva l'aria, le sue spalle sobbalzavano.
Appena arrivata, Adalgisa si era guardata attorno inorridita; poi si era fatta piccola, sempre più magra, rintanandosi in un angolo della camerata, tappandosi gli occhi e turandosi gli orecchi...
Il tempo era passato; tra le sbarre quadrati di pioggia, spicchi di sole e la coda nera di una rondine in picchiata lasciavano soltanto intuire il succedersi delle stagioni che loro, le matte, sembravano ignorare urlando, ridendo o borbottando inebetite, ammassate come bestie in quello stanzone dai muri scrostati.
Una mattina era arrivato quel medico nuovo, alto, la pena che nello sguardo si scioglieva in dolcezza, un'attenzione nuova, puntigliosa, in quel suo girare per i reparti del manicomio osservando ogni malato, ascoltando ogni borbottio... Molte domande al personale interdetto, stupito, anche da parte di alcuni medici, nuovi come lui e giovani quasi quanto lui, che lo seguivano come uno sciame d'api in uno svolazzare di camici bianchi,  presto scomparsi per rendere visibile anche nell'abbandono della divisa il cambiamento: dai vecchi carcerieri in nuovi custodi.
Erano passati due anni e le porte del manicomio si erano aperte anche per lei.
Era uscita in un giorno d'estate, la calura che avvampava l'asfalto mentre, esitante, faceva i primi passi. L'abito nero di sua madre contro il sole aveva il colore della sua paura. (continua...)