martedì 3 marzo 2009

Vecchie ricette per nuove crisi?

E' crisi nera, nerissima ragazzi...Cosa fare? Il capitalismo, che ha dimostrato fino a questo gravissimo crac di essere sempre stato in grado di trovare al proprio interno un antidoto ai suoi peggiori mali, sta collassando come sistema economico, nonché come sistema sociale di valori, oppure sta soltanto affrontando una delle sue più difficili crisi? Questo sarebbe il primo punto da chiarire perchè o i governi stanno tenendo in vita uno zombi, clinicamente già morto, oppure la strada imboccata per uscire dalla crisi, anche se con storture ed errori, ha un senso. Nei paesi che sono stati i fautori del libero - liberissimo - mercato stiamo assistendo ad una virata senza tentennamenti verso forme di economia mista. Niente di nuovo sotto il sole: ci pensò già Roosvelt con il "New Deal" e noi, in Italia, dando vita all'I.M.I e all'I.R.I. Ma è la strada giusta? Sono operazioni di salvataggio (bancario) che hanno il respiro corto o costituiscono una inderogabile priorità per la salvaguardia, nel caso dell'Italia, del Sistema Paese? L'intervento non dovrebbe essere ben più articolato? Se non salviamo le banche, mettiamo in ginocchio le imprese (e le famiglie).
Ma se non incrementiamo i consumi le imprese ce le giochiamo lo stesso. Quindi dovremmo aumentare la capacità di spesa delle famiglie. Come? Non aumentando stipendi e salari nominalmente (le imprese non sarebbero in grado di aumentare il costo del lavoro essendo già poco competitive) ma facendo ciò che il governo Prodi aveva iniziato a fare: ridurre le tasse e i contributi sociali ai lavoratori, recuperando, per non peggiorare la situazione del debito pubblico, il gettito perduto con la la lotta all'evasione fiscale. Manovra ineccepibile sotto il profilo economico,ma irrealizzabile, almeno con l'attuale compagine parlamentare e governativa, sotto il profilo politico. Le famiglie avrebbero speso di più, le imprese avrebbero ridotto il costo del lavoro, il maggior reddito sarebbe andato a favore di fasce che hanno una maggiore propensione al consumo.. Sarebbe partita, forse, la ripresa dei consumi.
Last but not least, la manovra sarebbe stata anche corretta in termini di redistribuzione del reddito: quindi avrebbe ridotto il rischio di tensioni sociali di cui il Paese in questo momento non ha bisogno.
L'altro punto importante riguarda la regolamentazione del mercato, che lasciato a se tesso e alle sue leggi ha dimostrato di sapersi e soprattutto volersi muovere privilegiando un unico obiettivo: soldi, soldi e ancora soldi. Il denaro è diventato un valore, il più importante, l'unico...con quali nefaste ricadute al di fuori del campo economico è sotto gli occhi di tutti. Bisognerebbe costituire un organismo in grado di controllare - dopo avere stabilito norma a tutela dei risparmiatori che altro non sarebbero che tutta la normativa bancaria mandata in soffitta negli ultimi quindici anni per sostituirla con le regole del gioco che hanno consentito a un'élite di manigoldi di creare una crisi mondiale - i ...controllori, cioé le banche centrali. Qui sullo sfondo occhieggiano le tensioni tra l'area dell'euro e quella del dollaro, problema politico prima che economico di non poco conto.
Se, ripeto, ci troviamo di fronte a una crisi, sia pure gravissima, di un sistema economico e di valori che pur in difficoltà ancora regge... ma se il malato dovesse essere ormai agonizzante, allora ci sarebbe da sbizzarrirsi con la fantasia e la bravura per creare veramente un mondo nuovo: con nuove teste, sangue giovane, l'occhio lungo che guarda al futuro, non il nostro che si rivolge al passato masticando o rimasticando vecchie soluzioni per problemi che, probabilmente, sono assolutamente nuovi, in aggiunta a quelli annosi che la mia generazione non è stata in grado di risolvere.