venerdì 3 ottobre 2008

Cambiamenti

" Alla tua età è difficile, quasi impossibile entrare nella logica del computer " mi dicevano, eppure io ci mettevo un'ostinazione difficile da capire anche per me che la vivevo. Sentivo, captavo l'esistenza di un collegamento tra la mia passione per la scrittura e l'uso del pc.
Chi scrive è curioso: di vite da tradurre in storie, di sentimenti da descrivere. La sua curiosità lo induce a ficcare il naso dappertutto, a frugare nelle pieghe del mondo, a origliare non visto, a osservare con grande attenzione la realtà che lo circonda per consentirgli di creare un fantastico verosimile. E' quindi normale che colga con maggiore immediatezza e acutezza i segnali di cambiamento della società in cui vive, ai quali la sua fantasia potrà dare sbocchi mutevoli. Non a caso chi scrive sembra, a volte, essere dotato di capacità divinatorie, ma, in realtà, è la sua abitudine a creare il verosimile che può farlo credere.


Ignorare l'uso del computer, oggi, equivarrebbe, a non avere mai visto una trasmissione televisiva quarant'anni fa. Si può fare, ma isola in un mondo che appartiene al passato, e di cui si conservano i moduli comunicativi e le caratteristiche. La mia curiosità si è soddisfatta sui libri, che mi hanno dato cultura e divertimento. Altre contaminazioni non riuscirei a cogliere.



Il computer che cosa mi sta dando?
Al'inizio, e parlo di mesi, angoscia, il senso frustrante della mia stupidità, una logica che sentivo estranea, in aperto conflitto con tutto ciò che aveva caratterizzato, fino a quel momento, la mia vita. L'istruzione, che serve a ridurre il numero di passaggi logici che possono essere dati per scontati in una discussione, diventava barriera e limite alla comprensione di fronte alla "bestia", solida e stolida, con la quale non si può dare nulla per scontato, ma che, come uno stambecco di montagna, è in grado di andare avanti,instancabile, balzando velocissimo di roccia in roccia, sciorinandoti di fronte il mondo. Il computer, assolutamente consequenziale, mai casuale.


Coglievo in chi mi stava accanto, in primis due dei miei figli, una diversità, rispetto alla terza figlia che si rifiutava di usare il pc, che si manifestava in tanti particolari.
Il computer era cultura, divertimento, informazione, comunicazione, scambio, fruibili in contemporanea, velocemente e facilmente. Un minuto qui e un minuto lì, mentre canta Gianna Nannini, si accende l'icona di skipe e un'immagine invade lo schermo.
Tutto corre, scorre mischiandosi in una realtà che non è reale ne immaginifica: è virtuale.
E' il vero in versione informatica, collocato in un tempo... oh, il tempo non si sa quale sia, ma si sa che è veloce. Non ci si sofferma se non un istante, perchè si deve cogliere una tendenza, come si estrapolasse una curva da una serie di dati e questi presi uno a uno non avessero significato.


Cambia il linguaggio: diventa incisivo: si scrive soltanto quello che ai miei tempi si sottolineava. Frasi lunghe: bandite! Descrizioni: condensate in un aggettivo, perchè qualcosa ti alita sul collo, ti spinge. Perché descrivere ciò che si può far vedere? Il mondo è grande e vogliamo vederlo tutto.
E gustare un tramonto o il sapore di una pioggia d'agosto?
Un lampo di montagne e mare e cielo, e via.... Per animarli, che deriva da anima - non dimentichiamocelo - un video. Per me il video muove, ma non anima. E chi lo dice che l'anima non si stia cercando un altro habitat? Un luogo diverso per un'anima differente.
Un non luogo che, nell'immagine, nel movimento, in una musicalità che il metodico urto della musica da discoteca ingabbia in marcia cadenzata, sia capace di annullare i confini.
Intravedo un mondo da spettatrice su un otto volante. Se chiudo gli occhi potrebbe sembrare una visione onirica. Sogni virtuali e sogni reali. L'ultima contaminazione? Il confine, come concetto si fa labile... Cristo ma è questo il traguardo di chi scrive! La tecnologia lo consente. Abbiamo trovato un habitat nuovo per l'anima tecnologica?