lunedì 9 marzo 2009

Storie di donne

"Quando Nina Simone ha smesso di cantare" di Darina Al-Joundi e Mohamed Kacimi, storia autobiografica di un'adolescenza e giovinezza vissute in guerra, porta il lettore per manonei labirinti senza tempo e soprattutto senza senso in cui la guerra imprigiona anche i civili,trasformandoli in anime perse, morti viventi dallo sguardo raggelato e folle che è il solo che possa convivere con la morte. La protagonista attraverso una scrittura scarna, denudata di ogni enfasi, deprivata di aggettivi che qualifichino l'orrore, va alla scoperta dell'amore, della sessualità, della coscienza di sè, nella devastante cornice della guerra e nell'illusoria sensazione di essere, almeno interiormente, libera: per indole e per educazione.
La pace nel suo paese, però, non la libererà dalla guerra. Sarà il suo essere donna all'interno di una cultura in cui non si riconosce, saranno i pregiudizi, l'esigenza di scegliere la propria vita al di fuori e al di sopra di ogni tipo di appartenenza, a imporle nuovamente un "esterno" inaccettabile. Fuggirà allora e definitivamente dalla sua terra dove "gli uomini sono ossessionati dalle apparenze, ingabbiati dalle tradizioni, consunti da Dio, divorati dalle loro madri, rosi dai soldi..." alla ricerca di un modo e un tempo per dimenticare e, forse, ricominciare.